martedì 20 gennaio 2009

DIAMO OSSIGENO ALLE IDEE

Con la Posta di Hermes speriamo di lanciare un servizio utile per tutti coloro che desiderano dare voce alle proprie idee, suggerirci ed aiutarci a realizzare interventi utili alla comunità, raccontare la loro storia o anche soltanto mettersi in contatto con noi.
Speriamo che siate in molti,
speriamo che la nostra iniziativa vi coinvolga.
aspettiamo con ansia "la posta"!!

lunedì 12 gennaio 2009

L’OSTILITA’ DIVENTA LEGALITA’

di Stefy S.V.
Dopo le proposte di legge che mirano a vietare la prostituzione, tolta la quale sembrerebbe tolto dal mondo ogni male, si sono lette sui giornali notizie riguardo alle iniziative di due sindaci, uno di Ravenna del Partito Democratico ed una più consona alla persona essendo un sindaco della Lega Nord. La prima:armato di fotocamera il sindaco di Ravenna ha l’estate scorsa “battuto” i lidi della sua città per fotografare i transessuali, proprio così, soltanto i transessuali! ritenendo così di scoraggiare la loro presunta prostituzione, come se bastasse andare in giro per essere puniti. E che colpa ne ha il povero transessuale se egli figura tra i bisogni primari di qualcuno o comunque è nelle fantasie degli uomini dei quali domina la mente? Interpellato comunque sulla legalità della sua iniziativa il sindaco suddetto ha risposto che tali foto resteranno nel cassetto della sua scrivania (proprio così ha detto) per un eventuale futuro utilizzo. E quale? Veniamo alla seconda: a Verona si prepara un’ordinanza ideata dal sindaco leghista in cui si istiga il vicino di casa a segnalare un’eventuale attività di prostituzione. E come fa a saperlo il vicino di casa? Non lo sa, basta che lo pensi e che chiami la polizia! Semplice no? Del resto mi ricordo che da quelle parti un altro esponente politico della Lega Nord aveva pensato di poter eliminare l’omosessualità castrando tutti gli omosessuali come se essi non nascessero tutti in famiglie eterosessuali ma per partenogenesi. Santo cielo, ma siamo davvero nel terzo millennio? Ma prima o dopo Cristo? Mi sembra di essere salito su una macchina del tempo e di essere tornato all’era nazista , quando i vicini di casa dovevano segnalare la presenza di ebrei alle S.S. Anche di essi si diceva che la loro presenza e le loro azioni disturbavano ed erano ripugnanti. E come farà , in un mondo maschilista dove è un plusvalore essere maschi, dove anche la poliziotta è chiamata poliziotto, al maschile e così l’avvocata avvocato, la vigile il vigile e via dicendo, come farà in questo contesto sociale un transessuale, più di altri visibile, a ricevere amici a casa sua , andare a spasso o solo sedersi in una panchina o anche aspettare un amico davanti a un bar senza essere sospettato immediatamente di adescamento e quindi prontamente identificato e allontanato,come già accade? Mi domando se lo scopo di queste comunque criticabili iniziative, è voler combattere la prostituzione o invece perseguire l’esclusione sociale di coloro che non ci sono graditi. Tutti avremmo qualcuno che non ci piace da allontanare, ma non sapevo che si potesse rendere questa ostilità legale. Si è detto più volte che l’Italia è il fanalino di coda dell’Europa in tante cose, ma io tristemente penso che non abbiamo forse neppure più una luce da accendere, nemmeno quella di un fanalino.

giovedì 8 gennaio 2009

L'associazione Ossigeno Onlus ha aderito all'appello della Tavola della Pace: Fermare la guerra a Gaza non è un obiettivo impossibile.

APPELLO:
Fermare la guerra a Gaza non è un obiettivo impossibile. Dobbiamo fare la nostra scelta. Complici della guerra o costruttori di pace?
Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno essere ancora uccisi prima che qualcuno decida di intervenire e di fermare questo massacro? Quanti morti ci dovranno essere ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta?
Vergogna! Quanto sta accadendo è vergognoso. Vergognoso è il silenzio dell’Italia e del mondo. Vergognosa è l’inazione dei governi europei e del resto del mondo che dovevano impedire questa escalation. Vergognoso è il veto con cui gli Stati Uniti ancora una volta stanno paralizzando le Nazioni Unite. Vergogna!
Niente può giustificare un bagno di sangue. Nessuna teoria dell’autodifesa può farlo. Nessuno può rivendicare il diritto di compiere una simile strage di bambini, giovani, donne e anziani senza subire la condanna della comunità internazionale. Nessuno può arrogarsi il diritto di infliggere una simile punizione collettiva ad un milione e mezzo di persone. Nessuno può permettersi di violare impunemente la Carta delle Nazioni Unite, la legalità e il diritto internazionale dei diritti umani.
Tutto questo è inaccettabile. Inaccettabile è il lancio dei missili di Hamas contro Israele. Inaccettabile è la guerra scatenata da Israele contro Gaza. Inaccettabile è l’assedio israeliano della Striscia di Gaza. Inaccettabile è la continuazione dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Inaccettabili sono le minacce di distruzione dello Stato di Israele. Inaccettabili sono le violenze, le umiliazioni e le immense sofferenze quotidiane inflitte ai palestinesi e la costante violazione dei fondamentali diritti umani. Inaccettabile è il nuovo muro costruito sulla terra palestinese. Inaccettabile è il silenzio e l’inazione irresponsabile dell’Onu, dell’Europa e dell’Italia.
La continuazione di questo dramma è una tragedia per tutti. La più lunga della storia moderna. Nessuno può chiamarsi fuori. Siamo tutti coinvolti. Tutti corresponsabili. Questa guerra non sta uccidendo solo centinaia di persone ma anche le nostre coscienze e la nostra umanità. Il nostro silenzio corrode la nostra dignità.
Complici della guerra o costruttori di pace? Dobbiamo fare la nostra scelta. Altre opzioni non ci sono.
Di fronte a queste atrocità, dobbiamo innanzitutto cambiare il modo di pensare. Non ha alcun senso schierarsi con gli uni contro gli altri. Occorre trovare il modo per aiutare gli uni e gli altri ad uscire dalla terrificante spirale di violenza che li sta brutalizzando. Anche la teoria dell’equidistanza è insensata perché nega la verità e falsa la realtà. La vicinanza a tutte le vittime è il modo più giusto di cominciare a costruire la pace in tempo di guerra.
Dobbiamo uscire dalla cultura della guerra. E’ vecchia e fallimentare. Nessuna guerra ha mai messo fine alle guerre. La guerra può raggiungere temporaneamente alcuni obiettivi ma finisce per creare problemi più grandi di quelli che pretende di risolvere. Non c’è nessuna possibilità di risolvere i problemi dei palestinesi, di Israele e del Medio Oriente attraverso l’uso della forza. La via della guerra è stata provata per sessant’anni senza successo. Anche il buon senso suggerisce di tentare una strada completamente nuova.
Dobbiamo pensare e realizzare il Terzo. Non sarà possibile risolvere la questione palestinese o mettere fine alle guerre del Medio Oriente senza l’intervento di un Terzo al di sopra delle parti. Oggi questo Terzo purtroppo non esiste. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu è ancora paralizzato dal veto degli Stati Uniti. I governi europei sono divisi e incapaci di sviluppare una politica estera comune. Ma questa realtà non è immutabile. Esserne consapevoli deve spingerci a lavorare con ancora maggiore determinazione per pensare e realizzare il Terzo di cui abbiamo urgente bisogno.
Fermare la guerra non è un obiettivo impossibile. Le Nazioni Unite devono cambiare, imporre l’immediato cessate il fuoco, soccorrere e proteggere la popolazione intrappolata nella Striscia di Gaza. L’Europa deve agire con decisione e coerenza per fermare questa inutile strage e ridare finalmente la parola ad una politica nuova. Non può permettersi di sostenere una delle due parti. Deve avere un autentico ruolo conciliatore.
La guerra deve essere fermata ora. Non c’è più tempo per la vecchia politica, per la retorica, per gli appelli vuoti e inconcludenti. E’ venuto il tempo di un impegno forte, autorevole e coraggioso dell’Italia, della comunità internazionale e di tutti i costruttori di pace per mettere definitivamente fine a questa e a tutte le altre guerre del Medio Oriente. Senza dimenticare il resto del mondo. Per questo, dobbiamo fare la nostra scelta.
Giovani, donne, uomini, gruppi, associazioni, sindacati, enti locali, media, scuole, parrocchie, chiese, forze politiche: “a ciascuno di fare qualcosa!“
Perugia, 6 gennaio 2009
Tavola della Pace, Coordinamento Nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani, Acli, Agesci, Arci, Articolo 21, Cgil, Pax Christi, Libera - Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, Legambiente, Associazione delle Ong italiane, Beati i Costruttori di pace, Emmaus Italia, CNCA, Gruppo Abele, Cipsi, Banca Etica, Volontari nel Mondo Focsiv, Centro per la pace Forlì/Cesena, Lega per i diritti e la liberazione dei popoli (prime adesioni, 6 gennaio 2009)
Le adesioni vanno indirizzate alla Tavola della pace via della viola, 1 (06100) Perugia 075.5736890 – Fax 075.5739337 segreteria@perlapace.it - http://www.perlapace.it/
Per questo vi invitiamo ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà sabato 17 gennaio ad Assisi con inizio alle ore 10.00.

martedì 23 dicembre 2008

Un sentenza esemplare assolutamente laica della Cassazione che con la sentenza 46300/2008 ha rigettato la pretesa di giustificare in nome della diversità i reati “culturali”, i comportamenti violenti degli uomini contro le donne devono essere condannati non c’è religione che tenga! Abdellilah F. di 52 anni, abitante a Torino di religione islamica è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, violenza sessuale ai danni della moglie e violazione degli obblighi di assistenza familiare. La difesa ha sostenuto che non poteva essere condannato in quanto “portatore di tradizioni sociologiche che confliggono con le norme penali italiane”. Ma i magistrati della Cassazione hanno replicato che di fronte ai “reati culturali il giudice non può sottrarsi al suo compito di rendere imparziale la giustizia in base alle norme vigenti”. Le norme vigenti ma vorrei scomodare anche la Costituzione italiana, in Italia siamo tutti uguali e le donne hanno gli stessi diritti degli uomini. Una sentenza che finalmente ribadisce la laicità del nostro Paese e ci ricorda che le norme garantiscono il pluralismo non la multicultura.

martedì 9 dicembre 2008

25 NOVEMBRE: GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

(Dal sito ONU italia http://www.onuitalia.it/ )
Quarantacinque anni fa Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, eroine della lotta di liberazione della Repubblica Dominicana dal dittatore Trujillo (1930-1961), furono fermate da agenti segreti del servizio militare, mentre si recavano a fare visita ai loro mariti in prigione, assieme alla sorella Patria. Dopo avere subito numerose torture furono chiuse nell’abitacolo della macchina nella quale viaggiavano e spinte in un precipizio, al fine di simulare una morte accidentale. Oggi sono il simbolo internazionale della battaglia contro la violenza alle donne. L’Onu ha reso indelebile il loro ricordo nel 1998, proclamando il 25 novembre, anniversario della loro morte, la giornata internazionale contro la violenza alle donne. La bellezza e la vivacità delle quattro sorelle Mirabal, soprannominate ‘las mariposas’, le farfalle, sono ancora oggi ricordate in tutta l'America Latina e nel mondo. La violenza contro le donne e le ragazze è un problema di proporzioni dilaganti. Quasi una donna su tre nel mondo è stata picchiata, ha subito coercizione sessuale o ha subito altro genere di abusi durante la propria vita – quasi sempre da qualcuno che la conosceva. La violenza contro le donne e le ragazze è un problema universale di proporzioni dilaganti. E’ forse la violazione più grave dei diritti umani che conosciamo al giorno d’oggi, devasta vite, crea fratture nelle comunità e blocca lo sviluppo. Le statistiche dipingono un quadro orribile delle conseguenze sociali e di salute della violenza contro le donne. Per le donne di età compresa tra i 15 e 44 anni, la violenza è una delle maggiori cause di morte e disabilità. In uno studio del 1994, basato sulle statistiche della Banca Mondiale tra 10 fattori di rischio selezionati che la donne di questa età affrontano, lo stupro e la violenza domestica hanno un tasso d’incidenza più alto del cancro, incidenti stradali, guerre e malaria. Molti studi hanno inoltre rilevato crescenti collegamenti tra violenza contro le donne e l’HIV/AIDS. Le donne che hanno subito violenza sono esposte ad un alto rischio d’infezione da HIV: un sondaggio tra 1.366 donne sud africane ha mostrato che le donne picchiate dai genitori hanno il 48% in più di possibilità di venire infettate dall’HIV rispetto a quelle che non sono state picchiate. Solo nel 2006, secondo i dati Istat, le donne italiane vittime di violenza sono state 1 milione e 150 mila pari al 5,4% del totale. Il 3,5% ha subito violenza sessuale, il 2,7% violenza fisica; 74 mila (0,3%) invece le donne che hanno subito stupri o tentativi di stupri. Nella maggior parte dei casi la violenza sessuale e' stata opera del partner (69,7%) o di un conoscente (17,4%), mentre nel 6,2% dei casi di uno sconosciuto. Sono 1 milione e 400 mila le ragazze che hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni. Per saperne di più visita il sito http://www.unifem.org/

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