venerdì 5 marzo 2010

Presentazione del MANIFESTO DEI DIRITTI

Il Coordinamento delle associazioni laiche per difendere e ampliare diritti e dignità delle persone, vi invita alla conferenza stampa dove verrà presentato “Il Manifesto dei diritti”, che si svolgerà il 6 marzo alle ore 11,30 c/o la Sala della partecipazione del Consiglio Regionale, palazzo Cesaroni, P.za Italia. Siamo un gruppo di Associazioni che si sono poste come obiettivo prioritario quello di coprire un vuoto di valori sociali e culturali che pure sono presenti nella realtà, ma che sono stati abbandonati dalle pratiche che ormai caratterizzano i partiti e le istituzioni. Con la nostra azione ci prefiggiamo di costringere tutti i soggetti preposti a fare politica a ritornare a misurarsi con la realtà dei bisogni e delle aspirazioni delle persone e dei fatti della quotidianità. In questi anni di latitanza della politica, chi ha occupato il vuoto che si è creato sono state le organizzazioni cattoliche integraliste, che pretendono di annullare i diritti civili e di cittadinanza faticosamente conquistati in questo Paese. Noi vogliamo rappresentare i diritti delle persone, prima di tutto il diritto a non essere discriminate e di avere a disposizione pari opportunità. Ci proponiamo come l’alternativa ideale, sociale e culturale a ciò che c’è in campo oggi al di fuori dei partiti. Il primo obiettivo è quello di presentare il nostro Manifesto dei diritti alle candidate a Presidente nella consultazione elettorale in atto, contemporaneamente tutte le nostre organizzazioni saranno impegnate a raccogliere le firme di adesione al Manifesto.

IL MANIFESTO DEI DIRITTI

Introduzione Il vero sviluppo della società non può essere misurato con il PIL o con la produzione industriale, ma con le persone ed il loro benessere, sviluppo che diventa libertà se condiviso attraverso la realizzazione di una giustizia sociale davvero efficace. Noi consideriamo ogni essere umano come fine e non come mezzo, per questo riteniamo fondamentale il ruolo delle istituzioni che non può essere invasivo, né può imporre un modello sociale o culturale, ma fornire norme e risorse finanziarie, perché ogni uomo o donna, gay o lesbica, giovane o anziana/o, sana/o o malata/o sia messa/o nella condizione di condurre una vita dignitosa. Ogni persona deve poter avere i diritti per esprimere le proprie capacità almeno al livello minimo di ridere, di amare, di godere della natura, e chi ha la responsabilità di governare deve entrare nel merito dei singoli casi perché proprio a partire dal concetto di capacità si può comprendere la necessità di risorse, di cui hanno bisogno i disagiati o chi non ha le condizioni di vivere pienamente in autonomia: bambine/i, adolescenti, malate/i, diversamente abili, non autosufficienti, anziane/i.
Centralità dei valori della persona Nell’attuale quadro politico istituzionale desolante, in questo clima di arretratezza sociale e culturale, alimentato anche dalle gerarchie cattoliche e sostenuto da una politica debole e in forte affanno, vogliamo ripristinate la centralità dei valori della persona, della civile convivenza e del pluralismo per arrestare l’imbarbarimento generale sul piano dei diritti individuali e delle conquiste sociali e combattere con forza la cancellazione di ogni tipo di speranza, riscatto ed autodeterminazione di sensibilità, vissuti ed identità differenti. Tutto questo significa rispettare le predisposizioni individuali, anche affettive, e garantire protezione nelle questioni politiche e amministrative locali, nella formazione e applicazione delle leggi, nella vita delle istituzioni pubbliche a partire dalla scuola, dalla sanità e dalle politiche sociali, contro le discriminazioni di qualsiasi tipo (in base a sesso, orientamento sessuale, etnicità, origine nazionale, religione etc). Se queste sono le condizioni minime per poter affermare che in un territorio c’è uno sviluppo vero allora ci impegniamo affinché: - tutte/i devono poter considerare inviolabili i confini del proprio corpo ed essere protette/i contro le aggressioni di qualsiasi tipo (compresa l’aggressione sessuale, l’abuso sessuale infantile e la violenza domestica); - amare coloro che ci amano e che si curano di noi e poter provare affetto per persone e anche legame affettivo per le cose, oltre che per sé stessi; - avere le basi sociali per il rispetto di sé e per non essere umiliati e non vedere il proprio sviluppo e le proprie aspirazioni distrutte da ansie e paure eccessive; - poter essere trattate/i come persona dignitosa il cui valore eguaglia quello delle/degli altre/i. Diritti civili e contrasto rigoroso di tutte le forme di discriminazione All’interno di questo manifesto trova quindi spazio anche il pieno riconoscimento dei diritti civili di lesbiche, gay, transessuali, transgender e bisessuali (in una parola, il “mondo LGBT”), che parte dal sostegno di progetti volti a costruire percorsi educativi nelle scuole per la prevenzione e il contrasto del sessismo, bullismo, omofobia, transfobia ecc.., per il rispetto delle differenze ed ogni forma di emarginazione, esclusione e discriminazione. Proponiamo inoltre un forte sostegno dei progetti formativi volti ad ampliare su questi temi il dialogo e l’informazione per affermare la dignità del naturale orientamento sessuale e per opporsi ai tentativi di organismi di vario tipo di creare disagio, disinformazione ed emarginazione, anche con le teorie e le pratiche cosiddette riparative. Autodeterminazione della donna Chiediamo una rigorosa garanzia e realizzazione concreta del principio di autodeterminazione della donna, anche in materia di scelte sessuali: laicità, efficienza e autonomia dei consultori; piano per far fronte al gravissimo problema dell’obiezione di coscienza che tocca punte dell’80 per cento e che di fatto rende l’ivg un percorso ad ostacoli; continuità e garanzia di assistenza nei servizi per la contraccezione d’emergenza: pronto soccorso, consultori, scuole mediche; Ru 486. Chiediamo inoltre il riconoscimento dell’importanza di una rete politica e culturale tra donne di differenti nazionalità per la lotta contro l’integralismo religioso e il patriarcato delle culture Libertà di scelta e testamento biologico Riconoscimento della libertà individuale e dell’interesse generale rispetto alle scelte terapeutiche e alla salute, nelle varie fasi della propria esistenza, con particolare attenzione alla gestione delle malattie croniche e degenerative e alle situazioni di fine vita attraverso lo strumento del notestamento biologico. Tutela di tutti i tipi di famiglie, sposate o conviventi, eterosessuali ed omosessuali Tutela delle famiglie comunque siano composte, purché liberamente e volontariamente costituite. Riconoscimento quindi delle unioni di fatto eterosessuali e omosessuali, con i diritti e le garanzie richieste dalle associazioni delle cittadine e dei cittadini che le promuovono. Agevolazioni di una politica della famiglia così intesa che faccia perno sulle libertà individuali e si sostanzi sui servizi e sulle agevolazioni alla persona piuttosto che su interventi gestibili secondo una visione patriarcale e una politica integralista. Sono le persone e non le comunità, anche quelle familiari, che devono essere messe nelle condizioni di poter vivere al meglio delle proprie capacità. Rete di servizi pubblici per l’infanzia e l’adolescenza Definire una rete di servizi per l’infanzia e l’adolescenza: per il diritto del bambino e del l’adolescente alla socializzazione e all’educazione, e per sostenere la genitorialità; obiettivo: entro il prossimo quinquennio coprire almeno il 70% delle esigenze. Servizi per la persona Chiediamo l’istituzione e/o il potenziamento di servizi pubblici altamente qualificati e centri di sostegno alle coppie (sposate, conviventi, eterosessuali ed omosessuali), ai genitori, ai divorziati con figli, ai nuclei mono genitoriali etc., oltre ad un piano per rafforzare interventi di assistenza domiciliare, gruppi famiglia etc. Proponiamo inoltre l’istituzione di un reddito di cittadinanza per chi non raggiunge il tetto minimo e l’acquisto di immobili idonei da distribuire a chi non ha una casa. Hanno aderito al Manifesto: - Associazione Ossigeno Onlus - Comitato Provinciale ArciGay Perugia - Associazione ArciGay ArciLesbica Omphalos - Rete delle Donne Antiviolenza Onlus - Chiesa Valdese Perugia - Associazione Giuristi Democratici di Perugia - Rete delle Fattorie Sociali

martedì 23 febbraio 2010

Si chiamava Petronilla" storie di donne odiate dagli uomini

Si chiamava Petronilla" storie di donne odiate dagli uomini sabato 6 marzo 2010 alle ore:17.00 presso il TEATRO COMUNALE CAPORALI di Panicale (PG)
LETTURA DI Elena Giovagnoli
con Giuliana Roselli autrice del romanzo
parteciperanno:
On. Katia Bellillo presidente dell'associazione Ossigeno
Dr. Giselda Bruni vicesindaco di Panicale
Prof. Luciano Lepri storico

domenica 8 novembre 2009

“SI CHIAMAVA PETRONILLA” di Giuliana Roselli

In occasione di UMBRIA LIBRI 2009, il 12 Novembre 2009 alle ore 16:00 presso la Sala Cannoniera – Rocca Paolina -Perugia, con il Patrocinio del Centro per le Pari Opportunità della Regione Umbria sarà presentato il romanzo “Si chiamava Petronilla” di Giuliana Roselli, Casa Editrice La Rocca. Interverranno con l’autrice la Dott.ssa Vera Magini che coordinerà l’incontro; l’On. Katia Bellillo e Presidente dell’Associazione Ossigeno , la Dott.ssa Daniela Albanesi Presidente del C.P.O. della Regione Umbria e la Dott.ssa Stella Cerasa vice direttore della Caritas diocesana perugina.
Si chiamava Petronilla è uno sguardo sull’evoluzione della condizione femminile attraverso la vicenda personale di Adua detta Ada, una donna che per più di trenta anni ha insegnato il rispetto dell’individuo, al di là delle differenze, nella convivenza sociale. Narrando la propria storia, e collocandola nel tempo, Adua detta Ada realizza che la situazione delle donne non è mai realmente cambiata: è stata ed è una realtà di violenza.In sessant’anni di vita, la protagonista ha immaginato un futuro “fantascientifico”, per poi osservarlo diventare dapprima realtà, quindi passato, nella frustrazione di un progresso che non ha significato superamento delle discriminazioni contro le donne.
Giuliana Roselli si è dedicata all’insegnamento con passione e professionalità sin dal 1970, assolvendo il ruolo di Vicario del Dirigente per 22 anni e quello di Figura obiettivo. Con le sue classi e nel suo plesso ha realizzato progetti culturali ai quali hanno collaborato la Provincia, il Comune, la V Circoscrizione di Ponte Pattoli ed altri Enti. Si è dedicata con costanza all’aggiornamento delle proprie competenze, grazie alle quali ha collaborato, e continua tutt’ora a collaborare, con la Casa Editrice Cetem di Milano alla produzione di testi scolastici sussidiari, inerenti le discipline di storia, geografia, scienze per le classi quarta e quinta elementari, dei quali è attualmente in corso di pubblicazione la terza edizione.Da quando è in pensione, oltre a dedicarsi ai testi didattici, ha deciso di coltivare la propria passione per la “scrittura”.Si chiamava Petronilla è il suo esordio letterario nella narrativa.

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