La Commissione ha inviato pareri motivati a sei paesi sollecitandoli ad attuare appieno la normativa dell’UE che proibisce la discriminazione nell’accesso al lavoro e nell’occupazione a motivo del sesso. L’Austria, la Lituania, la Slovenia, l’Ungheria, l’Italia e Malta hanno due mesi di tempo per rispondere. Tra i principali problemi riscontrati vi sono le definizioni di discriminazione diretta e indiretta, il diritto delle donne a un congedo di maternità e il funzionamento degli organismi preposti ad assicurare la parità. Dei pareri motivati analoghi sono stati inviati alla Finlandia e all’Estonia nel giugno 2008. Le analisi sono ancora in corso per quanto concerne gli altri Stati membri. L’anno prossimo la Commissione presenterà una relazione sull’attuazione della direttiva come prescritto dalla normativa vigente. In caso di mancata risposta o se la loro risposta fosse insoddisfacente la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia europea. Il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione europea di presentare entro la fine del 2009 delle proposte legislative per garantire una migliore attuazione delle norme UE in materia di parità retributiva tra donne e uomini. Ha raccomandato quindi di valutare la situazione e i sistemi di classificazione delle professioni, ampliare il mandato degli organismi di parità, adottare misure per prevenire le discriminazioni e rafforzare la dimensione di genere, nonché di inasprire le sanzioni.
Data di pubblicazione: 30/11 /08
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