Ossigeno è un’associazione impegnata dal 2003 a denunciare le discriminazioni ed a difendere ogni vittima di discriminazione per far rispettare i valori di libertà, uguaglianza, pluralità sanciti nella Carta Costituzionale.
Abbiamo una vocazione assolutamente laica. I nostri soci, sebbene appartenenti a religioni e opinioni diverse, si sentono fortemente europei e da chi verrà eletto pretendono un impegno concreto e prioritario affinché sia rispettato e applicato il patto sociale rappresentato dalla Costituzione.
Riteniamo che solo la lealtà costituzionale garantisce la difesa dei diritti di tutti e la dignità dei cittadini più deboli dall’egoismo ingordo dei più forti e assicura il pluralismo culturale ed esistenziale, necessario per salvaguardare la convivenza civile e lo stato di diritto.
Attraverso la nostra attività di volontariato abbiamo l’opportunità di guardare intorno a noi le persone e l’ambiente e vedere come la situazione sia veramente deteriorata, ma lo spettacolo più triste è rappresentato dall’atteggiamento di tanti italiani che restano rassegnati o peggio indifferenti.
Eppure questa Italia dove ci si riempie la bocca con la parola “libertà”, in realtà tanti suoi cittadini sono privati ogni giorno di diritti e di libertà. Il lavoro è stato svuotato del suo ruolo costituzionale di emancipazione e di liberazione per tutti, le persone sono sempre più sole, sono insufficienti le condizioni minime di libertà d’informazione, il dibattito pubblico è narcotizzato e il sistema economico corporativo e familistico, con la grave crisi mondiale, si sta ancor più imbarbarendo nel degrado della legalità.
Di fronte a questo inquietante e deprimente quadro politico, al tracollo civile e al disastro economico e sociale dell’Italia, abbiamo deciso che non vogliamo rassegnarci, pensiamo che sia possibile far tornare a respirare i diritti partendo dai territori e dalle Autonomie Locali.
Per questo vogliamo contribuire con le nostre idee alla definizione dei programmi per le prossime consultazioni elettorali.
Anzi più che mai sentiamo il dovere civico e sociale di partecipare, ed esigiamo il confronto con i partiti e con chi oggi si candida a rappresentarci nelle istituzioni locali e al Parlamento europeo.
Vogliamo essere chiari: siamo orientati a non dare più il nostro voto solo per fedeltà ad un partito né a delegare le sorti dei nostri territori e della nostra stessa vita a chicchessia.
Vogliamo conoscere i programmi e gli obiettivi di ciascun candidato/a con le informazioni chiare e trasparenti dei mezzi e delle risorse individuate per attuarli e soprattutto gli strumenti concreti con i quali i cittadini potranno effettivamente verificare che si fa quello che si è promesso di fare.
Vogliamo che gli Enti Pubblici siano case di vetro, ogni atto di giunta, ogni determina, ma soprattutto il bilancio, devono essere pubblicati su internet e ogni mese i cittadini devono essere chiamati a dare il giudizio sulla qualità dei servizi erogati direttamente dal Comune o dalle aziende a partecipazione pubblica.
Basta con le chiacchiere, con le promesse da marinaio e con le pacche sulle spalle.
E’ urgente che siano ripristinate le pratiche democratiche non solo in Parlamento, e che le assemblee delle istituzioni locali ritornino a svolgere il ruolo Costituzionale che le vuole impegnate concretamente ad eliminare ogni ostacolo che si frappone alla reale uguaglianza dei diritti.
Fondamentale la collaborazione delle istituzioni locali con l’associazionismo o il terzo settore per lo sviluppo di servizi sociali necessari a sostenere le persone e per cancellare le discriminazioni, ma l’ente locale oltre a definire gli obiettivi deve rimanere l’unico responsabile delle verifiche e dell’accertamento dei risultati ottenuti.
Per garantire il pluralismo degli interventi, impedire quindi di dividere i cittadini per comunità religiose o il predominio di una comunità su un’altra o sul singolo cittadino, le istituzioni devono garantire che i servizi pubblici pratichino la laicità
Sostenere gli anziani, i bambini, gli adolescenti, i diversamente abili vuol dire sostenere anche i nuclei familiari che le persone hanno scelto liberamente di definire, i servizi pubblici per i quali si prevede il coinvolgimento nella gestione, di imprese o organizzazioni o associazioni private, devono garantire la massima professionalità, neutralità e rispetto degli obiettivi del progetto pubblico in cui sono stati coinvolti e del quale l’ente locale è responsabile di fronte al cittadino utente.
Fatta la premessa chiediamo
1-che i bisogni delle donne e degli uomini siano al centro dell’interesse dell’amministrazione pubblica per una città dove è bello vivere ed è facile partecipare, dove ogni cittadino senta la responsabilità di essere impegnato a sconfiggere le discriminazioni i pregiudizi e le convenzioni. Lo strumento più opportuno per attuare questi propositi è il Bilancio di genere, che significa investire le risorse attraverso obiettivi tesi ad inserire pari opportunità per l’uguaglianza. La cittadinanza non è neutra ma i cittadini sono donne, sono anziani, sono bambini, sono diversamente abili, sono di altra nazionalità, ognuno ha bisogni diversi tutti hanno diritto ad una vita dignitosa.
2-che i candidati si diano un codice di comportamento che attueranno con coerenza se eletti, per questo mettiamo a disposizione il Notaio della nostra associazione per sottoscrivere il “Codice Europeo di Comportamento per gli Eletti Locali e Regionali” approvato dal Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa, che interviene sui temi delle campagne elettorali, dei conflitti d’interesse, del clientelismo, del cumulo di carriere e della corruzione.
3-Che vengano ridotti gli enti, le rappresentanze di nomina politica a tutti i livelli e anche i guadagni dei dirigenti e dei manager.
4-Che i cittadini possano esprimersi periodicamente sulla qualità dei servizi di cui usufruiscono e siano soprattutto ascoltati. C’è partecipazione solo se c’è informazione, non servono nuove figure. I dirigenti pubblici devono fare il proprio lavoro, il Sindaco o il Presidente che li nomina sono responsabili dei risultati
5-Che i sindaci e i presidenti non siano più i “padroni assoluti” ma venga previsto un bilanciamento dei poteri di iniziativa e di controllo delle assemblee elettive come sperimentazione per una eventuale proposta di legge che modifichi l’attuale normativa nazionale che ha cancellato la democrazia partecipativa.
6-Che il territorio torni ad essere una cosa pubblica. In questi anni chi ha veramente deciso sono stati i privati e i loro interessi. Basta con questa prassi e abbandonare la logica dell’”urbanistica contrattata”che ha garantito forti guadagni immobiliari per pochi e incentivato l’espansione urbana, aumentando i costi sulla collettività. Come accade in tutta Europa, si deve investire sul riuso e sul recupero del costruito.
7-Che la raccolta differenziata porta a porta venga generalizzata, e garantito il riciclo dei materiali come alluminio, vetro, carta, in tutti i quartieri. Queste sono le linee di una buona politica che responsabilizza i consumatori ma anche gli amministratori. Gli eletti dovranno scegliere sugli inceneritori o le discariche solo dopo aver realizzato le buone politiche e verificato ogni parametro.
8-Che gli appalti siano puliti chiudendo ad ogni livello istituzionale con gli “appalti al massimo ribasso”. Quando si tratta di servizi che devono garantire i diritti fondamentali dei cittadini questa pratica non solo non produce efficienza ma scarica i problemi sui più deboli ed altera il mercato. L’ “offerta economica vantaggiosa”, alternativa all’appalto deve esplicitare a priori almeno tre punti: la salvaguardia e il miglioramento ambientale, la tutela dei diritti dei lavoratori, la qualità del servizio. La trasparenza, il ridimensionamento, la rinuncia al “massimo ribasso” e i parametri di qualità dovranno essere i punti cardinali della politica degli appalti.
9-Che il pubblico funzioni meglio e di più del privato, si deve fermare la pratica delle esternalizzazioni e delle privatizzazioni di comparti e funzioni anche di pregio della pubblica amministrazione soprattutto di beni e di diritti primari come l’acqua. Le privatizzazioni già fatte, non solo non hanno garantito più efficienza e risparmi per le amministrazioni ma sono servite spesso per arricchire i privati.
10-Che si valorizzi e s’investa sul lavoro e sulla professionalità interna alla pubblica amministrazione. Il pubblico deve riappropriarsi delle sue autentiche funzioni ispirandosi a criteri di sobrietà e di efficienza. La moltiplicazione o la duplicazione degli assessorati, le consulenze milionarie non giustificate diventano una lesione alla credibilità di chi amministra le risorse di tutti.
Scusateci se non vi chiediamo idee nuove, ci basta avere la garanzia che chi avrà l’opportunità di governarci lo farà con la buona e saggia amministrazione e soprattutto non a dispetto nostro!
Il sindaco e i consiglieri eletti dovranno essere gli unici referenti, li vogliamo umili, pazienti, capaci soprattutto di ascoltare, di accettare le giuste critiche, impegnati a lavorare con passione e con le porte aperte per stare vicino ai cittadini soprattutto a quelli più tutto il resto sono chiacchiere vuote di cui ormai ne abbiamo piene le tasche. deboli e bisognosi. Per questo non vi diamo una delega in bianco ma vogliamo conoscere, vedere, essere informati, comprendere le cifre e i tempi di realizzazione delle proposte che i candidati a sindaco o a consigliere presentano alla città per essere eletti, solo così la partecipazione è vera
In particolare per ripensare insieme Perugia:
Abbiamo detto che la macchina pubblica deve essere più efficiente e attenta ai bisogni e alle esigenze del cittadino. Comuni come Torino o Milano o Roma spendono per la struttura dal 21% al 26% del totale delle spese, pretendiamo che Perugia si adegui a tali parametri perché l’attuale 31% è sinceramente assai poco comprensibile.
Secondo i dati presentati nella ricerca della Fondazione Civicum, pubblicati su l’Espresso di gennaio 2009, le entrate totali del comune di Perugia (che comprendono entrate tributarie ed extratibutarie), sono di € 1.383,00 pro capite, rispetto al 2006 si registra un incremento del 19%.
Le imposte comunali sono state incrementate del 46% rispetto all’anno 2006, significa che ogni abitante sborsa 361,00 euro all’anno.
Siccome non siamo fra chi teorizza che le tasse non devono essere pagate, ma che ogni società civile dovrebbe avere cittadini onorati di pagarle secondo le proprie possibilità, pretendiamo però che vengano spese bene, a favore di tutta la collettività e che ogni cittadino abbia garantiti gli strumenti per verificare come vengono spesi i loro soldi.
Il nodo della questione è come vengono utilizzate le entrate del Comune. Più di un quarto (31%) del bilancio del comune di Perugia abbiamo detto è stato utilizzato per alimentare la macchina comunale.
Tale scelta ha garantito l’efficienza e l’efficacia della macchina pubblica?
La nostra opinione è negativa e chiediamo che questi costi siano ridotti almeno del 10% e il buon risparmio ridistribuito per alzare le percentuali di spesa in servizi diretti ed indiretti per i cittadini.
Si parla tanto di sicurezza, ma come si giustifica che la spesa per la polizia locale è solo il 4% del bilancio!, con un incremento di solo un punto percentuale rispetto al 2006, la crudezza dei numeri ci dice che il comune di PG ha speso solo 45,00 euro all’anno per ogni cittadino! Noi chiediamo l’aumento di questa spesa tesa a garantire interventi preventivi ed educativi, compreso il vigile di quartiere, invece che quelli repressivi e di mero guadagno per le casse comunali come è avvenuto fin’ora!
Perugia è una città d’arte, eppure la spesa per la cultura rappresenta solo il 4% delle spese totali anzi rispetto al 2006 si è ridotta dell’1% , si spende solo 38,00 euro per abitante! Eppure la cultura è il nostro petrolio, l’unica materia prima che può attrarre risorse non solo con i progetti europei, ma anche con risorse messe a disposizione dai privati per garantire uno sviluppo intelligente e posti di lavoro veri, qualificati e soprattutto stabili per tanti giovani.
L’istruzione e la ricerca sono obiettivi prioritari per chi vuole fare buona politica, ma come si fa a prevedere un misero 7% alla voce istruzione? Nel 2007 appare addirittura invariata rispetto al 2006, e il comune di Perugia prevede di spendere solo 72,00 euro all’anno per abitante, hanno fatto peggio solo Sassari (€ 57,00) e Campobasso (€ 44,00)!
Una verifica attenta va fatta sulla voce trasporti. Infatti il comune di Perugia spende addirittura 155,00 euro ad abitante per i trasporti e la viabilità, il 15% delle spese totali, con un incremento del 29% sul bilancio 2006. Una bella fetta di risorse che dovrebbero garantire un servizio della mobilità urbana veramente eccellente. Ma sarà bene aprire subito un filo diretto con i perugini ed ascoltare cosa hanno da dire anche sul PUM.
Un aumento consistente delle risorse deve prevedere vere, moderne, avanzate politiche sociali, un comparto che se ben governato, come per la cultura è possibile il collegamento virtuoso alle linee di intervento ma anche alle risorse europee. Le politiche sociali oltre ad elevare il livello di sicurezza della città e la qualità della vita e della convivenza, possono rappresentare il volano per una nuova, qualificata e stabile occupazione di tanti giovani.
Quanto ha speso il comune di PG per il rispetto dei diritti degli animali? Secondo noi troppo poco e troppi sono gli animali randagi è necessario riservare ai nostri amici a quattro zampe più spazi vivibili e risorse per le associazione di volontari che si occupano di loro
FACCIAMO RESPIRARE I DIRITTI CANCELLIAMO LE DISCRIMINAZIONI
PER SCONFIGGERE LA PAURA
ISCRIVITI all’associazione OSSIGENO onlus
INSIEME CE LA FAREMO!!!