Un sentenza esemplare assolutamente laica della Cassazione che con la sentenza 46300/2008 ha rigettato la pretesa di giustificare in nome della diversità i reati “culturali”, i comportamenti violenti degli uomini contro le donne devono essere condannati non c’è religione che tenga! Abdellilah F. di 52 anni, abitante a Torino di religione islamica è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, violenza sessuale ai danni della moglie e violazione degli obblighi di assistenza familiare. La difesa ha sostenuto che non poteva essere condannato in quanto “portatore di tradizioni sociologiche che confliggono con le norme penali italiane”. Ma i magistrati della Cassazione hanno replicato che di fronte ai “reati culturali il giudice non può sottrarsi al suo compito di rendere imparziale la giustizia in base alle norme vigenti”. Le norme vigenti ma vorrei scomodare anche la Costituzione italiana, in Italia siamo tutti uguali e le donne hanno gli stessi diritti degli uomini. Una sentenza che finalmente ribadisce la laicità del nostro Paese e ci ricorda che le norme garantiscono il pluralismo non la multicultura.
martedì 23 dicembre 2008
martedì 9 dicembre 2008
25 NOVEMBRE: GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
(Dal sito ONU italia http://www.onuitalia.it/ )
Quarantacinque anni fa Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, eroine della lotta di liberazione della Repubblica Dominicana dal dittatore Trujillo (1930-1961), furono fermate da agenti segreti del servizio militare, mentre si recavano a fare visita ai loro mariti in prigione, assieme alla sorella Patria. Dopo avere subito numerose torture furono chiuse nell’abitacolo della macchina nella quale viaggiavano e spinte in un precipizio, al fine di simulare una morte accidentale. Oggi sono il simbolo internazionale della battaglia contro la violenza alle donne.
L’Onu ha reso indelebile il loro ricordo nel 1998, proclamando il 25 novembre, anniversario della loro morte, la giornata internazionale contro la violenza alle donne. La bellezza e la vivacità delle quattro sorelle Mirabal, soprannominate ‘las mariposas’, le farfalle, sono ancora oggi ricordate in tutta l'America Latina e nel mondo.
La violenza contro le donne e le ragazze è un problema di proporzioni dilaganti. Quasi una donna su tre nel mondo è stata picchiata, ha subito coercizione sessuale o ha subito altro genere di abusi durante la propria vita – quasi sempre da qualcuno che la conosceva. La violenza contro le donne e le ragazze è un problema universale di proporzioni dilaganti. E’ forse la violazione più grave dei diritti umani che conosciamo al giorno d’oggi, devasta vite, crea fratture nelle comunità e blocca lo sviluppo.
Le statistiche dipingono un quadro orribile delle conseguenze sociali e di salute della violenza contro le donne. Per le donne di età compresa tra i 15 e 44 anni, la violenza è una delle maggiori cause di morte e disabilità. In uno studio del 1994, basato sulle statistiche della Banca Mondiale tra 10 fattori di rischio selezionati che la donne di questa età affrontano, lo stupro e la violenza domestica hanno un tasso d’incidenza più alto del cancro, incidenti stradali, guerre e malaria. Molti studi hanno inoltre rilevato crescenti collegamenti tra violenza contro le donne e l’HIV/AIDS. Le donne che hanno subito violenza sono esposte ad un alto rischio d’infezione da HIV: un sondaggio tra 1.366 donne sud africane ha mostrato che le donne picchiate dai genitori hanno il 48% in più di possibilità di venire infettate dall’HIV rispetto a quelle che non sono state picchiate.
Solo nel 2006, secondo i dati Istat, le donne italiane vittime di violenza sono state 1 milione e 150 mila pari al 5,4% del totale. Il 3,5% ha subito violenza sessuale, il 2,7% violenza fisica; 74 mila (0,3%) invece le donne che hanno subito stupri o tentativi di stupri. Nella maggior parte dei casi la violenza sessuale e' stata opera del partner (69,7%) o di un conoscente (17,4%), mentre nel 6,2% dei casi di uno sconosciuto. Sono 1 milione e 400 mila le ragazze che hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni.
Per saperne di più visita il sito http://www.unifem.org/
giovedì 4 dicembre 2008
Informativa di Amnesty sulla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
“Nel 1981, la prima riunione del movimento femminista dell’America Latina e dei Caraibi dichiarava il 25 novembre Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in memoria dell’uccisione delle sorelle Mirabal da parte delle forze di sicurezza del governo Trujillo, avvenuta nelle Repubblica Dominicana nel 1960. Nel 1999, le Nazioni Unite dichiararono il 25 novembre Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Nel 1979 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne (Cedaw), che richiede espressamente agli Stati parte di “adottare appropriate misure per eliminare la discriminazione nei confronti delle donne da parte di qualsiasi individuo, organizzazione o entità”. Da quando la Cedaw è stata adottata, numerosi e significativi passi sono stati fatti nel riconoscimento e nell’attuazione dei diritti umani delle donne. Nel 1992, ad esempio, il diritto delle donne ad essere libere dalla violenza è stato sancito a livello internazionale con l’adozione, da parte del Comitato della Cedaw, della Raccomandazione generale n. 19 che definisce la violenza sulle donne una forma di discriminazione. Ma ancora molto può essere fatto, e la campagna “Mai più violenza sulle donne” di Amnesty International lo sollecita con forza. Accanto alla discriminazione (che è una delle principali cause, insieme alla militarizzazione delle società e ai conflitti armati, della violenza sulle donne) vi è anche l'impunità, che è la ragione per cui la violenza si perpetua. Fino a quando coloro che si macchiano di atti di violenza contro le donne continueranno a commettere i loro crimini impunemente, il ciclo della violenza non sarà spezzato. La violenza può avvenire in nome della tradizione, della cultura o della religione, arrivando anche nei luoghi più intimi e privati per mano degli uomini con i quali le donne condividono le loro vite. Discriminate nell’accesso ai diritti economici e sociali e ben lontane da una partecipazione piena ed eguale nella sfera politica e decisionale, le donne hanno ancora bisogno di sostegno.”
(Amnesty International)
martedì 2 dicembre 2008
NEWS: Direttiva sulla parità tra i sessi: la Commissione procede contro sei paesi
La Commissione ha inviato pareri motivati a sei paesi sollecitandoli ad attuare appieno la normativa dell’UE che proibisce la discriminazione nell’accesso al lavoro e nell’occupazione a motivo del sesso. L’Austria, la Lituania, la Slovenia, l’Ungheria, l’Italia e Malta hanno due mesi di tempo per rispondere. Tra i principali problemi riscontrati vi sono le definizioni di discriminazione diretta e indiretta, il diritto delle donne a un congedo di maternità e il funzionamento degli organismi preposti ad assicurare la parità. Dei pareri motivati analoghi sono stati inviati alla Finlandia e all’Estonia nel giugno 2008. Le analisi sono ancora in corso per quanto concerne gli altri Stati membri. L’anno prossimo la Commissione presenterà una relazione sull’attuazione della direttiva come prescritto dalla normativa vigente. In caso di mancata risposta o se la loro risposta fosse insoddisfacente la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia europea. Il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione europea di presentare entro la fine del 2009 delle proposte legislative per garantire una migliore attuazione delle norme UE in materia di parità retributiva tra donne e uomini. Ha raccomandato quindi di valutare la situazione e i sistemi di classificazione delle professioni, ampliare il mandato degli organismi di parità, adottare misure per prevenire le discriminazioni e rafforzare la dimensione di genere, nonché di inasprire le sanzioni.
Data di pubblicazione: 30/11 /08
IL CASO ENGLARO
Elena Angiolini
Associazione Ossigeno onlus
Nelle ultime settimane l'opinione pubblica si è divisa sul caso di Eluana Englaro, la sfortunata ragazza che, a seguito di un grave incidente stradale, vive da diciassette anni in stato vegetativo, senza alcuna speranza di riprendere coscienza, alimentata da un sondino nasogastrico. Lo stato vegetativo irreversibile di Eluana si differenzia dal coma profondo, in questo caso il paziente respira autonomamente pur senza coscienza, a causa della corteccia cerebrale necrotizzata. Di Eluana invece è rimasto solo un corpo attaccato ad un macchinario che gli impedisce di morire ma anche di vivere. Naturalmente, la condizione di Eluana ha suscitato delle forti controversie tra laici e la famiglia Englaro da una parte e settori importanti cattolici con l'Osservatorio Romano dall'altra.
Da una parte c'è il padre di Eluana che lotta per difendere l’idea che sua figlia aveva della vita e perché possa finalmente morire, giudicando la condizione in cui è costretta sua figlia un disumano atto che mantiene in vita un corpo inerme, il cui cervello non ha più alcuna possibilità di riprendere qualche funzione celebrale, un’ atroce violenza.
Dall'altra parte, i cattolici fondamentalisti e l'Osservatorio Romano non vogliono che sia staccato il sondino poiché,secondo il loro punto di vista, tale azione costituirebbe un macabro omicidio.
Il caso Englaro, insieme ad altre questioni fondamentali , tra cui l'aborto e la procreazione assistita, fanno emergere la forte dicotomia che esiste in Italia nel rapporto tra i diritti delle persone e la religione e la difficoltà a declinare nelle reti delle istituzioni la laicità. In uno Stato democratico, una religione, sebbene maggioritaria nel Paese, può imporre la propria cultura tanto da influenzare la qualità delle norme e dell’ordinamento preposto a garantire la civile convivenza? Fino a che punto le gerarchie ecclesiastiche possono decidere e sentenziare sulle scelte private e sulla libertà delle persone?
Nel caso specifico, sono dieci anni che il padre di Eluana si scontra con la concezione cattolica sulla vita e sulla morte che non sembra essere la stessa condivisa da sua figlia, amante della libertà e della vita stessa che non avrebbe mai voluto rimanere prigioniera di un corpo ormai privo di qualsiasi emozione e che lei non può e non potrà più controllare. Eppure, nel nostro ordinamento giuridico esistono norme che garantiscono ai cittadini l’esercizio dell'autodeterminazione che la Corte di Cassazione ha messo in evidenza nella sentenza emessa il luglio scorso.
E’ la nostra Costituzione che riconosce pari dignità ad ogni persona, insieme alla libertà di opinione e di religione. Tutti hanno il diritto di professare le proprie idee e il proprio credo e decidere come vivere la propria vita. Ciò che la Costituzione delinea è la categoria del rispetto, il limite che ognuno dovrebbe stabilire nel rapporto con l'altro e che lo Stato deve sancire attraverso le leggi che fissano le regole all’interno delle quali va salvaguardata la civile convivenza.
Quali diritti ha Eluana? Perché una parte delle gerarchie della Chiesa cattolica può permettersi di essere così invasiva nei confronti della vita privata delle singole persone?
I fondamentalisti giustificano questo accanimento, contrario all'interruzione dell'alimentazione tramite sondino, per proteggere le persone in stato vegetativo dal cinismo e l'egoismo con cui i familiari o i tutori legali potrebbero affrontare la condizione dei propri assistiti o familiari.
Ma quello che strumentalmente non vogliono capire è che l’eventuale legge non obbliga nessuno ma garantisce esclusivamente la possibilità di decidere.
Di fronte ad un vuoto legislativo, che non garantisce una normativa uguale per tutti (come per esempio l'istituzione del testamento biologico), le sentenze precedenti a quella della Corte di Cassazione hanno respinto l'istanza della famiglia Englaro con la motivazione che nessuno poteva decidere della vita di un altro senza tenere conto della posizione che avrebbe avuto la stessa Eluana, che non avrebbe mai permesso ad altri di ridurla nelle attuali condizioni. In questo caso il padre sa decisamente meglio di qualsiasi fondamentalista quale fosse l’idea che sua figlia aveva della vita e in che modo valesse la pena viverla. Con la sentenza della Cassazione, per la prima volta Eluana viene ascoltata e viene ridata importanza al quel concetto di vita e di dignità che la ragazza aveva: un' idea di dignità della vita che non corrisponde al rifiuto della morte poiché come dice Don Gallo “la morte in realtà non è altro che la continuazione della vita”.
giovedì 27 novembre 2008
A.A.A. LAVORO CERCASI...Ovvero le avventure di una neo laureata in cerca di lavoro.
Di Elena Angiolini Ossigeno onlus
Ricordo bene il giorno della mia laurea, il giorno in cui mi sono resa conto che non ero più studentessa e che sarei entrare nel tanto sperato mondo del lavoro. Ero veramente entusiasta perché finalmente potevo diventare una persona indipendente e padrona del mio futuro e della mia vita! Ma ahimè! le mie ambizioni si sono scontrate con la cruda realtà! Non sapendo bene da dove iniziare, ho deciso di prendermi un altro anno di “ perfezionamento”, dopo di che, sarei stata sicuramente pronta e competitiva per fronteggiare il mitico mondo del lavoro!
A fine luglio di quest’anno ho finalmente realizzato che ero una disoccupata, una come tante altre, piena di speranze spezzate dall’ansia di dover assediare l'elimina-code del centro per l 'impiego per paura che un'altra disperata come me potesse soffiarmi il posto.
Sapevo che non sarebbe stato facile trovare “il lavoro”, quello tanto sognato da piccola, quello per cui io e la mia famiglia abbiamo investito energie e denaro per tanti anni ...pensavo però che almeno “un lavoretto”, uno qualsiasi, per mettere in rodaggio la mia vita da donna adulta e autonoma, non sarebbe stato inaccessibile.
La prima domanda che mi sono posta è stata: “da dove iniziare?” presa dalla frenesia, dall’entusiasmo e forte dell’orgoglio del 110 e lode, ho inviato il mio “europass”, ovvero il Curriculum Vitae in formato europeo, ad Istituti di studio nel caso gli servisse qualche assistente o ricercatore...nessuna risposta. Non perdendomi d'animo ho spedito altre forme di CV che ritenevo potessero essere più appetibili per le industrie, grandi e piccole, dalla multinazionale (calpestando anche i miei principi equo solidali...) alle piccole industrie artigiane del prospero nord-est...nessuna risposta. Neanche la soddisfazione di leggere un “no grazie” che sarebbe servito a tranquillizzare il mio io e la certezza di esistere, di non essere invisibile.
Nonostante questi fallimenti, la mia autostima non ne ha risentito più di tanto e ho deciso di non abbattermi ma di frequentare le agenzie interinali. I primi annunci a cui ho risposto riguardavano prevalentemente il settore amministrativo di alcune import-export. Pensavo che tale settore si conciliasse con le mie competenze e le mie attitudini e che non guastasse conoscere e parlare alcune lingue straniere, ingenuamente ritenevo che potesse rendermi più appetibile . Ma l’ostacolo insuperabile è stata la mancanza di esperienza nel settore! In questi mesi di ricerca frenetica passati a leggere ogni annuncio di lavoro, ho capito che l'esperienza è il vero scoglio che impedisce l’ingresso tanto auspicato nel mondo del lavoro! Sono ancora nella fascia di età che mi permette di essere assunta come apprendista ma i titolari dei negozi non mi vogliono perché non ho esperienza..!!.vacilla la mia autostima e comincio a ritenere che effettivamente la commessa sia un lavoro molto impegnativo che richiede un talento particolare e che non sia accessibile a tutti, saper trattare con i clienti, essere educata, avere buon gusto e capacità commerciali di “appioppare” anche al più esigente cliente qualcosa da comprare...e saper spiegare, allo straniero, le qualità del prodotto tale e quelle del prodotto tal’altro, ma come è possibile che chiedono almeno due anni di esperienza anche per rispondere al telefono! Possibile che aver studiato anni e anni con ottimo profitto, aver passato mesi all’estero per perfezionare le lingue sia considerato inutile ai fini lavorativi e il mio curriculum ricco di titoli e tirocini non pagati rappresenta il mio handicap, altro che rompere il tetto di cristallo, mi basterebbe salire sul primo scalino davanti all’uscio…
Ia mia frustrazione si è elevata all’ennesima potenza quando ho scoperto che anche per fare il fattorino per consegnare le pizze a domicilio, si richiede, oltre alla propria auto compresa di patente di guida valida, un periodo di esperienza precedente di almeno 2 anni.
Nel corso dell'ultimo colloquio presso l'ennesima agenzia interinale, non sono stata accettata come promoter perché non avevo i requisiti richiesti: altezza superiore al 1,68 e bella presenza...va beh che non è bello ciò che è bello ma bello ciò che piace, ma possibile che se non sei alta e bella non puoi neppure essere assunta per vendere le offerte promozionali di biscotti nei centri commerciali? Forse è solo il mio punto di vista... ma la domanda mi sorge spontanea...ho toccato il fondo? Esiste situazione peggiore di questa? Ora che siamo proiettati verso il periodo natalizio..chissà se per fare la renna di Babbo Natale richiederanno 2 anni di esperienza precedente?
sabato 15 novembre 2008
SI COMUNICA CHE PER MOTIVI TECNICI IL TELEFONO DEL CENTRO ANTIVIOLENZA NON E' ATTUALMENTE ATTIVO.
SCUSANDOCI PER IL GRAVE DISAGIO PREGHIAMO QUANTI ABBIANO LA NECESSITA' DI CONTATTARE L'ASSOCIAZIONE DI FARLO ATTRAVERSO GLI ALTRE RECAPITI:
tel. 06.8606055 - 075.5011384
internet: www.o2-ossigeno.org ; ossigenoumbria.blogspot.com
martedì 14 ottobre 2008
Il 68 è donna: l'iniziativa di Katia Bellillo
Scritto da Giancarlo Iacchini su www.radicalsocialismo.it:
«1968: quarant’anni dopo discutiamo della libertà delle donne». Questo il titolo della “tavola rotonda” promossa a Perugia dalla compagna Katia Bellillo e da Ossigeno, l'associazione Onlus costituita nel 2003 per contrastare ogni forma di discriminazione. Un’analisi a più voci e davvero approfondita, sapientemente guidata dal professor Claudio Carnieri e svolta da relatrici di grande spessore: Catiuscia Marini (parlamentare europea), Elena Bistocchi (presidente del comitato umbro di Ossigeno), Adelaide Coletti (Rete delle Donne dell’Umbria), Cristina Papa (docente di Etnologia all’Università di Perugia) e Lorena Pesaresi (consigliere comunale a Perugia). Il tutto nella bella e funzionale cornice della sala delle conferenze del “100dieci Caffé”, nella zona universitaria. MRS, presente all’incontro, ha portato il saluto delle compagne e dei compagni alle donne umbre.
La libertà delle donne: intorno a questo concetto – in cui la “libertà” diventa una liberazione che non può mai dirsi certo acquisita completamente e definitivamente – ha ruotato la serie degli interventi prima, ed il dibattito con il pubblico poi.
Sono state ripercorse le tappe fondamentali delle conquiste legislative del femminismo, mostrando gli indubbi e notevoli passi in avanti compiuti dal processo di emancipazione, ma poi è stato anche tracciato il quadro della situazione reale (assai deprimente – come è stato rilevato – a 40 anni dalle grandi speranze di parità e uguaglianza dei diritti che erano nate nel Sessantotto): pochissime donne nei luoghi del potere effettivo (sia politici che soprattutto economici), retribuzioni nettamente inferiori a parità di lavoro, discriminazioni dirette e indirette in caso di maternità, pesante arretratezza dell’Italia (dal punto di vista dei diritti al femminile) rispetto agli altri paesi d’Europa.
La questione femminile è stata posta (questo in sintesi anche il senso dell’intervento di Katia Bellillo) all’interno della più generale questione sociale che riguarda insieme donne e uomini, in un mondo dove quei luoghi effettivi del potere di cui si parlava in precedenza, oltre ad essere declinati quasi unicamente al maschile, comprendono poche migliaia di persone che hanno in mano le sorti di interi popoli e di miliardi di esseri umani; e in frangente politico – per quanto riguarda il nostro Paese – che rischia non solo di interrompere la marcia femminile verso la completa ed effettiva parità, ma anche di rimettere seriamente in discussione diritti che si ritenevano ormai acquisiti. In questo senso al timore per la reazione e la restaurazione che si profila, si oppone la speranza che le conquiste del femminismo siano almeno in parte ormai acquisite nella mentalità collettiva, nei costumi e nella coscienza di buona parte delle donne, comprese le nuove generazioni, le quali rivelano fermenti che fanno ben sperare, benché il “regime” politico-televisivo spinga verso l’omologazione e l’indebolimento dello spirito critico. Si è discusso anche molto del tema della “differenza”, che per alcune delle relatrici è ormai superato dalla nuova elaborazione teorica del femminismo, mentre per altre resta una acquisizione tutt’ora valida e importante.
Nel mio saluto a nome di MRS, ho sottolineato come – oltre a Katia – collaborino con il nostro Movimento personalità quali Franca Rame e Mario Capanna, che rappresentano molto da vicino la doppia tematica dell’incontro perugino (femminismo e Sessantotto).
Noi – ho aggiunto – abbiamo fatto della liberazione individuale la chiave di volta del processo di emancipazione: non solo per quanto riguarda i diritti civili, ma anche per la questione sociale e quella ambientale, entrambe interpretabili come altrettante questioni di “liberazione individuale”. E all’interno di questo grande ideale che può accomunare e rilanciare una nuova sinistra, la liberazione della donna è simbolicamente centrale, perché mette in chiaro quella “differenza” (non solo di genere ma in senso lato: la differenza che distingue e rende unico ciascun individuo) la quale soltanto giustifica la lotta per l’eguaglianza: perché noi tutti vogliamo essere “uguali” in quanto “diversi”; non vogliamo la massificazione, l’omologazione e l’appiattimento, ma l’eguaglianza dei diritti e delle libertà, ovvero la libertà uguale.
In conclusione: non bisogna cedere di nemmeno un centimetro sul terreno della libertà individuale; occorre contrastare i “restauratori” ed i reazionari attraverso una nuova resistenza, che pur in presenza di una così grave crisi della rappresentanza politica della sinistra, unisca tutti i movimenti e tutte le persone che intendono lottare per i diritti, anche attraverso iniziative come quella di Perugia, che meritano di essere conosciute e divulgate anche utilizzando la rete. In questo senso, riferendo dell’iniziativa nel nostro sito, adempiamo ad uno dei compiti che spettano a MRS, come voce critica ma anche unitaria della sinistra, “ponte” utile a collegare e valorizzare tutto ciò che di buono e di utile matura nell’arcipelago progressista.
mercoledì 1 ottobre 2008
II UNIVERSITA' DI OSSIGENO - I INCONTRO - 10 OTTOBRE 2008
L’Associazione Ossigeno Onlus, che persegue fini di promozione sociale e tutela dei diritti civili, è impegnata, fin dalla sua costituzione (2003), nel contrasto di ogni forma di discriminazione: e caratterizza il proprio intervento approfondendo la ricerca, la riflessione, il dibattito, promuovendo e svolgendo la formazione, implementando e gestendo azioni/progetti e servizi.
In questo contesto l’Associazione Ossigeno Onlus promuove un’azione culturale tesa ad investire energie ed attenzione sui diritti civili, stimolando alla partecipazione diversi soggetti presenti sul territorio, al fine di realizzare l’incontro tra rappresentanti delle istituzioni, esperti e cittadini su temi di priorità sociale, culturale e politica.
Il 10 ottobre 2008 l’Associazione organizza il I incontro della Seconda Università di Ossigeno, dove la libertà delle donne in Italia e in Umbria verrà analizzata a partire dalle trasformazioni socio-economiche culturali e politiche intervenute dal ’68 ai nostri giorni.
Il dibattito intende ripercorrere il processo storico sviluppatosi nell’arco di 40 anni, a partire dal “fenomeno 1968”, in Italia e, in particolare, in Umbria, secondo una varietà di approcci (culturale, sociologico, etico, politico).
Sarà una occasione di dibattito e confronto, nonché di riflessione, sullo straordinario apporto che quel “fenomeno” ha dato alla presa di coscienza e alla consapevolezza dei diritti della persona, in particolare della donna.
Il fulcro della tavola rotonda è il confronto sulle radicali trasformazioni che, in questo arco temporale, si sono succedute, lette in chiave critica, alla luce degli studi e delle ricerche, e partendo dalla valutazione della condizione della donna, ieri ed oggi. Condizione che appare divisa, in chiaro-scuro, tra conquista di diritti e libertà, e permanenza di culture, atteggiamenti e comportamenti ancora legati alla tradizione di famiglia e società di tipo patriarcale, incredibilmente accentuati dalla globalizzazione.
TAVOLA ROTONDA
“1968: quarant’anni dopo discutiamo della libertà delle donne”
con:
Avv. Elena Bistocchi, Presidente del Comitato Regionale dell’Umbria dell’Associazione Ossigeno ● Prof. Claudio Carnieri, Presidente dell’AUR ● Dott.sa Adelaide Coletti, Rete delle Donne dell’Umbria ● Dott.sa On.le Catiuscia Marini, parlamentare europea● Prof.ssa Cristina Papa, Docente di Etnologia, Università di Perugia ● Dott.sa Lorena Pesaresi, Consigliere comunale Perugia
Moderatore: dr. Luciano Moretti, giornalista, Presidente del CORECOM
Segreteria organizzativa
Cell. 3315791419 – 3473577810
www.o2-ossigeno.org
UNIVERSITA’ DI OSSIGENO
Dedicata a Barbara Cicioni
Edizione 2008
Primo incontro-dibattito
Perugia 10 ottobre
ore 15
Location:
100dieci Caffè
Via Pascoli 23 C
Perugia
Tel. 075868529
domenica 7 settembre 2008
DIVENTA SOCIO ANCHE TU!
L’adesione Ossigeno è individuale e libera e implica l’accettazione dello Statuto Puoi aderire ad Ossigeno scaricandoinviando una richiesta di adesione che contenga l'accettazione dello statuto dell'associazione in ogni sua parte , unitamente alla copia del versamento della quota a:
Associazione Ossigeno Onlus Via Mario Angeloni 35, 06123 Perugia.
La quota di adesione minima annuale è di 20 €
Le quote di richiesta adesione vanno versate mediante:
c/c Bancoposta n. 49170137
IBAN: IT56Y0760103200000049170137
CAUSALE:
QUOTA ISCRIZIONE SOCIO SOSTENITORE
Informazionitel. 075.5011384; o2_ossigenoumbria@hotmail.it
lunedì 25 agosto 2008
II EDIZIONE "METTIAMO K.O. LA VIOLENZA DI GENERE" POSTICIPATA AL 14 SETTEMBRE 2008
Cari amici ed amiche,
per motivi tecnici siamo state costrette a posticipare l’iniziativa, prevista per il 7 settembre, al 14 dello stesso mese. Ci scusiamo con voi anche se ci auguriamo che confermerete la vostra presenza in un appuntamento per il quale la nostra Associazione si è molto impegnata. In una fase come quella che stiamo vivendo, dove i fenomeni di violenza sembrano dilagare, riteniamo importante moltiplicare i momenti di riflessione e di confronto, anche per non disperdere il prezioso lavoro che le donne delle istituzioni e le Associazioni stanno sviluppando con grande passione nella nostra regione.
L’evento si inserisce nell’ambito delle azioni intraprese dall’Associazione Ossigeno Onlus Umbria contro ogni forma di discriminazione, a sostegno della diffusione della cultura del rispetto ed allo scopo di raccogliere i fondi da destinare al Centro Antiviolenza di Perugia, per garantire l’attività di sensibilizzazione ed i servizi a sostegno di coloro che subiscono violenza.
Associazione OSSIGENO onlus
Comitato dell’Umbria.
Dibattito:
"La violenza di genere: caratteri del fenomeno in Umbria. Ruolo delle Istituzioni e delle Associazioni per rafforzare gli interventi e la rete dei servizi. "
Intervengono:
Elena Bistocchi, Presidente del Comitato dell’Umbria dell’Associazione Ossigeno onlus;
Daniela Tofi, coordinatrice del Polo Psicologico del Centro Antiviolenza dell’Associazione Ossigeno Onlus;
Tiziana Capaldini, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Perugia;
Daniela Furlani, Assessore alla Provincia di Perugia;
Teresa Manente, Associazione Differenza donna;
Barbara Miserocchi, Associazione Giuristi democratici;
Daniela Albanesi, Presidente del Centro regionale per le Pari Opportunità.
14 settembre 2008 ore 17,30
c/o il Lido Village di Ponte San Giovanni.
Ricordiamo che la sera, alle ore 20,30 si svolgerà la manifestazione sportiva organizzata dall’Associazione World Italy C.K.A, testimonial della 2 Campagna nazionale Contro La Violenza alle donne.
giovedì 24 luglio 2008
II EDIZIONE "METTIAMO KO LA VIOLENZA DI GENERE"
Il Comitato dell’Umbria di Ossigeno Onlus è nato il 09/07/2007 con l’obbiettivo di perseguire all’interno del territorio regionale gli scopi propri dell’Associazione Ossigeno Onlus affermando i principi di uguaglianza, laicità e pluralità. Per contrastare il silenzioso morbo sociale della violenza di genere ha creato il Centro di Assistenza per le Vittime di Violenza e Stupro che opera grazie al volontariato dei soci. Anche quest’anno la Campagna Nazionale di Ossigeno contro la violenza di genere fa tappa a Perugia per la seconda edizione della manifestazione “Mettiamo ko la violenza di genere” ed il ricavato ci permetterà di proseguire con fiducia l’attività del Centro e nella campagna di sensibilizzazione che il Comitato sta svolgendo nel territorio regionale. Ringraziamo il maestro Giuliano Fulvi e la World and Italy Chinese Kung-fu Association che hanno aderito con grande passione ed entusiasmo al nostro progetto e tutti gli sponsor che con tanta generosità ci sono vicino e ci sostengono.
La II edizione della manifestazione “Mettiamo ko la violenza” si svolgerà il 07 settembre 2008 presso il Lido Village di Ponte San Giovanni con lo scopo di finanziare l’attività del Centro Antiviolenza Regionale con sede a Perugia.
La manifestazione è realizzata in collaborazione con la World and Italy Chinese Kung-fu Association del maestro Giuliano Fulvi che organizzerà alle ore 20:30 delle dimostrazioni di autodifesa per donne, Kung-fu ed altre iniziative di spettacolo.
L’evento sarà aperto alle ore 17:00 da un incontro – dibattito sul tema: la violenza di genere, caratteri del fenomeno in Umbria, interventi e servizi per costruire la rete fra istituzioni ed associazioni, a cui interverranno autorevoli interlocutori e sarà gradito l’intervento di tutti i presenti.
VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!!
Il Comitato Regionale dell’Umbria dell’Associazione Ossigeno Onlus
lunedì 23 giugno 2008
ESCLUSE TRE ASSOCIAZIONI DAL PROCESSO SPACCINO
L'Associazione Ossigeno insieme a l'Associazione Giuristi Democratici e Differenza Donna sono state escluse, dopo l'ammisione del G.u.p. di Perugia, dal procedimento contro Spaccino Roberto dalla Corte d'Assise di Perugia, vengono ammesse altresì Comitato Internazionale 8 marzo e Telefono Rosa. Ciò nonostante prendiamo atto della decisione non condividendo assolutamente i presupposti che l'hanno determinata e considerando comunque che la presenza di due associazioni, come Comitato Internazionale 8 Marzo e Telefono Rosa, nel procedimento sia una vittoria sul pieno riconoscimento della gravità sociale del fenomeno della violenza domestica. La nostra associazione continuerà ad agire sul territorio su due fronti: la tutela della vittime e un azione capillare di sensiblilizzazione avverso un contesto tradizionale e culturale che non riconosce la parità tra uomo e donna.
Dott. Pierluigi Corea
mercoledì 4 giugno 2008
IL COMITATO REGIONALE DELL'UMBRIA DELL'ASSOCIAZIONE OSSIGENO ONLUS ALLA MOSTRA MERCATO DELLA SOLIDARIETÀ E DEL VOLONTARIATO
La Mostra Mercato, alla sua seconda edizione, si svolgerà presso il centro storico di Perugia (in Piazza Italia) sabato 14 e domenica 15 giugno 2008. Anche il Comitato Umbro di Ossigeno parteciperà e potrete visitare il suo stand in Piazza Italia dove troverete gadget e tutto il materiale informativo riguardo le importanti iniziative future dell'Associazione Ossigeno sia nel territorio nazionale che in quello umbro.
Pierluigi Corea
NUOVI NUMERI TELEFONICI DEL CENTRO ANTIVIOLENZA
Scusandoci per il disservizio arrecato ecco i nuovi numeri telefonici del Centro Antiviolenza di Perugia:
Telefono fisso: 075/3742484
Numero di emergenza attivo 24h su 24h: 347/3577810
martedì 3 giugno 2008
IL COMITATO REGIONALE UMBRO DI OSSIGENO ONLUS SUL CORRIERE DELL'UMBRIA
domenica 1 giugno 2008
I DUE VOLTI DELL'ITALIA DI OGGI
L'Istat nel Rapporto annuale, reso pubblico il 28 Maggio 2008, specifica che il reddito netto delle famiglie residenti in Italia nel 2005 e' equivalente in media a 2.300 euro mensili. Tuttavia, a causa della distribuzione disuguale dei redditi, se si fa riferimento al valore medio, il 50% delle famiglie ha guadagnato meno di 1.900 euro al mese!! Le famiglie in cui il principale reddito e' quello di una donna guadagnano, in media, il 27% in meno rispetto alle altre. In particolare, le famiglie composte da donne anziane sole, nel 2005, hanno percepito un reddito netto medio inferiore ai 995 euro mensili.
Nello stesso giorno in cui è stato pubblicato il rapporto annuale Istat dal mondo dello sport è giunta la notizia del licenziamento dell’allenatore dell’inter che costerà alle casse del club almeno 110 milioni di euro. Il vecchio allenatore aveva infatti un contratto blindato, che comprendeva la clausola di pagamento completo in caso di interruzione anticipata: così gli spetteranno tutti i 40 milioni che avrebbe dovuto percepire nelle prossime quattro stagioni. A questi quaranta milioni ne vanno aggiunti altri tre a stagione che spettavano al suo staff tecnico. Gli altri 56 milioni spettano al nuovo allenatore che specificatamente metterà nelle sue tasche 9 milioni netti a stagione fino al 2011, ai quali ne vanno aggiunti altri 12 circa, per i suoi collaboratori. In totale dal 1994 ad oggi i soldi spesi da Moratti sono addirittura 1.000 Mil. di Euro[1].
Due giorni dopo, il 30 Maggio 2008, in un’intervista rilasciata ad un quotidiano sportivo, il Sig. Piersilvio Berlusconi censura quanto fatto da Moratti, dichiarando: “Il caso Mancini-Mourinho? Visto il momento in cui verte il paese certe cifre sono assurde. E’ che siamo in presenza di cifre che non si dovrebbero nemmeno pronunciare, altro che spendere.”.
Queste tre notizie fanno capire in maniera chiara e semplice come il concetto di etica e morale in una società come la nostra sia andato totalmente perduto. Il Rapporto Istat ci spiega che la maggior parte delle famiglie italiane non arriva alla fine del mese e dall’altra abbiamo un presidente di una squadra di calcio, Massimo Moratti, che per cambiare allenatore, quindi una figura che sta seduta su una panchina per 90 minuti a partita, spende la cifra di 110 milioni di euro, per non parlare di quello che ha speso dal 1994 ad oggi ossia una quantità di denaro (1.000 MIL. di Euro) pari al PIL di uno Stato Europeo. Una somma del genere molto probabilmente risolverebbe il problema degli stati del cosiddetto terzo mondo, non dimenticando che se la situazione continuerà a peggiorare e se il numero delle famiglie in difficoltà in Italia continuerà ad aumentare, ci ritroveremo noi stessi a vivere in un paese povero. Infine l’etica e la morale si dissolvono definitivamente quando il figlio del Presidente del Consiglio si comporta da vero e proprio moralizzatore e censura il comportamento del Presidente dell’Inter: probabilmente essendo giovane non si ricorda che nel 1987 suo padre, entrando nel mondo del calcio, ne ha dichiarato definitivamente la morte, cominciando a spendere cifre che erano inimmaginabili per l’epoca, dando origine così a quello che è il mondo del calcio attuale in cui televisioni e sponsor fanno da padroni. Inoltre a Berlusconi Jr. probabilmente sfugge anche che il Milan nell’agosto del 2007 ha pagato 23 Mil. di euro per un giocatore di nazionalità brasiliana di appena 17 anni.
L’unica amara verità è che viviamo in una società in cui mentre il 50% delle famiglie guadagna meno di 1.900 euro al mese lottando per il sostentamento e i bisogni più basilari della vita quotidiana, ci sono dei personaggi che spendono cifre astronomiche per futili motivi. Mettiamoci nei panni di un padre di famiglia che non riesce a garantire l’istruzione ai propri figli e lotta per pagare le bollette, ma si trova a leggere sui giornali e a vedere in televisione determinati atteggiamenti e dichiarazioni che sono una provocazione e un’offesa continua per tutti.
L’unica vera riflessione che può nascere da tutto ciò è quella di interrogarsi su quali valori si basa la nostra società e quali siano i messaggi che vengono trasmessi, chiedersi perché da un lato le persone c.d. “comuni” debbano combattere per ogni piccola cosa: i giovani per trovare un lavoro che li renda autonomi; le famiglie per mantenere un tenore di vita dignitoso; gli anziani, dopo una vita di lavoro, per arrivare alla fine del mese… E dall’altro ci siano persone che si permettono di sperperare denaro senza il minimo ritegno e che addirittura sono vissute come modelli di comportamento e come mete da raggiungere.
Dott. Pierluigi Corea
[1] In dettaglio ecco meglio specificato il numero di tesserati messi sotto contratto fino al Maggio 2008: PORTIERI (14): Ballotta, Bindi, Carini, Cordaz, Ferron, Fontana, Frey, Frezzolini, Julio Cesar, Mazzantini, Orlandoni, Pagliuca, Peruzzi,Toldo. DIFENSORI (58): Adani, Andreolli, Angloma, Bergomi, Bia, Blanc ,Brechet, Burdisso, Camara , F.Cannavaro, Centofanti, Cirillo, Coco, Colonnese, Conte M., Cordoba, Chivu, Domoraud, Favalli, Ferrari, Festa, Fresi, Galante, Gamarra, Georgatos, Gilberto, Gresko, Grosso, Helveg, Macellari , Maicon , Materazzi, Maxwell, Mezzano, Mihajlovic, Milanese, Padalino, Paganin A., Paganin M., Panucci, Pasquale, Pedroni , Pistone, Rivas, Roberto Carlos, Samuel, Sartor, Serena M., Silvestre, Simic, Sorondo,Tarantino,Tramezzani ,Vivas, West ,Wome, J.Zanetti , Ze Maria. CENTROCAMPISTI (60): Almeyda , Beati ,Berti, Bianchi, Brocchi, Cambiasso, Carbone, Cesar, Cauet , Cinetti, Dacourt, Dalmat, D’Autilia, Davids, Dell’Anno, Di Biagio, Djorkaeff, Emre, Fadiga, Farinos, Figo, Gonzalez, Guglielminpietro, Ince, Jimenez, Jonk,Jugovic, Karagounis, Kily Gonzales, Lamouchi, Luciano, Manicone, Maniche, Morfeo, Moriero, Nichetti, Okan , Orlandini, Orlando, Paolo Sousa, Peralta, Pelè, Pirlo ,Pizarro, Seedorf, Seno ,Sergio Conceiçao, Sforza , Shalimov, Simeone, Solari, Stankovic, Vampeta ,Van Der Meyde, Veron ,Vieira ,Winter, Zanchetta, Zanetti C., Ze Elias. ATTACCANTI (36): Adriano ,Baggio ,Balotelli, Batistuta, Bergkamp, Branca ,Caio, Choutos, Colombo, Corradi ,Crespo ,Cruz ,Delvecchio, Di Napoli ,Ferrante ,Fontolan ,Ganz ,Ibrahimovic, Kallon , Kanu, Keane Roy, Martins, Mutu, Pacheco, Panchev , Rambert , Recoba, Ronaldo, Russo, Sinigaglia, Suazo, Sukur,Ventola, Veronese, Vieri, Zamorano. ALLENATORI (10): Castellini, Cuper, Hodgson, Lippi , Lucescu, Mancini, Mourinho, Simoni,Verdelli, Zaccheroni.
domenica 25 maggio 2008
FAMIGLIA E COPPIE DI FATTO: PARI TUTELA E PARI DIGNITA'
La sentenza n. 20647 del 22/05/2008 ha dato un’interpretazione di sicuro interesse sociale e giuridico della fattispecie delittuosa dei “Maltrattamenti in famiglia o verso i fanciulli “ (art. 572 c.p.). La Suprema Corte ha confermato, con la sentenza, la necessità di tenere insieme modernità e diritti, di tutelare nella società di oggi le persone in maniera completa eliminando i paraocchi e la tendenza a codificare i diritti in stretti ed angusti ruoli sociali imposti dalla c.d. “tradizione” e dalle ingerenze continue di cui è vittima il principio di “laicità dello Stato”. Questa decisione, con la quale è stato confermato il carcere per un uomo indagato per aver sottoposto per anni la convivente a continue violenze fisiche e morali, è una conquista di dignità in termini individuali e collettivi soprattutto per donne e bambini. Il punto nodale della sentenza è il seguente passaggio: «Ai fini della configurabilità del reato di maltrattamenti in famiglia non assume alcun rilievo la circostanza che l’azione delittuosa sia commessa ai danni di persona convivente more uxorio» precisamente «il richiamo contenuto nell’art.572 c.p. alla famiglia deve intendersi riferito ad ogni consorzio di persone tra le quali, per strette relazioni e consuetudini di vita, siano sorti rapporti di assistenza e solidarietà per un apprezzabile periodo di tempo, ricomprendendo questa nozione anche la famiglia di fatto». Per cui si può affermare, con una certa soddisfazione per chi si impegna nella lotta contro ogni tipo di discriminazione, che chi maltratta la convivente si macchia del reato di maltrattamenti in famiglia allo stesso modo di chi è regolarmente sposato e che essere la «semplice convivente», definizione della persona offesa data dalla difesa dell’uomo in sede di ricorso, non implica una minor tutela né quell’aura dispregiativa che spesso viene attribuita alle coppie di fatto colpendo in particolar modo le donne ree di non aver contratto matrimonio…..in una società in cui la donna è ancora identificata come figlia di…, moglie di…, madre di…, si è finalmente fatto un passo in avanti per il riconoscimento della sua identità di singolo titolare di diritti e doveri.
Avv. Elena Bistocchi
lunedì 19 maggio 2008
PARI OPPORTUNITA'.....SOLO PER ALCUNI
Il Ministro Mara Carfagna ha dichiarato, cito testualmente la Sua affermazione come pubblicata dal Corriere della Sera, «Penso che l'unico obiettivo dei Gay Pride sia quello di arrivare al riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali, magari equiparate ai matrimoni. E su questo certo non posso esser d'accordo» e “Io credo che l'omosessualità non sia più un problema.…”.
E' preoccupante che queste parole siano state pronunciate dal Ministro Italiano alle Pari Opportunità, un ministero che raccoglie in sé un forte senso di giustizia e democrazia: vorrei ricordare alla Ministra che il Principio di pari opportunità è contenuto nella Costituzione Italiana e precisamente negli Artt. 3, 37, 51 e 117. Il testo dell’articolo 3 della Costituzione recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”
L’ attività del Ministero delle Pari Opportunità è quella di vigilare e garantire eguali opportunità per tutti quei gruppi socialmente discriminati, non si può e non si deve fare più riferimento solamente alle pari opportunità tra uomini e donne.
La negazione del problema è un pericoloso sentiero da percorrere: è un dato di fatto che il cittadino omosessuale in Italia non possa godere del diritto alla formazione di una famiglia e di tutti quei diritti che discendono dal riconoscimento civile di un rapporto tra due persone: obbligo di assistenza, diritti successori, diritto di adottare i figli naturali del partner deceduto etc.
Ma è sicuramente ancor più evidente che la manifestazione Gay Pride rappresenta e da voce anche a tutte quelle persone che vivono in Stati in cui agli omosessuali sono negati i diritti umani più basilari come il diritto alla vita. E’per questo motivo che la manifestazione deve avere riconoscimento e risonanza, si deve far sentire al mondo la necessità di tutelare le persone garantendogli l’esercizio dei diritti umani, si deve alzare la voce per far sentire che l’Italia non condivide certe discriminazioni e lotta per un mondo civilizzato al fianco dei suoi cittadini.
Questo è il motivo per cui la Ministra Carfagna dovrebbe dare il patrocinio alla manifestazione e parteciparvi, come hanno fatto molte/i suoi colleghi prima di Lei.
Elena Bistocchi
IMPARI OPPORTUNITA'
19/05/2008
Dichiarazione del Ministro delle Pari Opportunità:
«Il patrocinio al Gay Pride? Non sono orientata a darlo. Non servono, i Gay Pride. Io credo che l'omosessualità non sia più un problema. Perlomeno così come ce lo vorrebbero far credere gli organizzatori di queste manifestazioni. Sono sepolti i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l'integrazione nella società esiste. Sono pronta a ricredermi. Ma qualcuno me lo deve dimostrare».(Corriere.it)
06/04/2007
«Perdonatemi, ma non ce la faccio più. A scuola non ci voglio più andare. Sono a disagio perché mi fanno sentire diverso». Una lettera per chiedere scusa ai genitori e ai due fratelli, per quel volo di quattro piani con cui ha deciso di chiudere la sua giovanissima vita. E in quel sentirsi «diverso», la mamma di Matteo - 16 anni, seconda ragioneria al prestigioso Istituto Sommeiller - legge tutta la sua disperazione per l’essere stato bollato dai compagni di scuola come gay. «Era avvilito per quelle false accuse - racconta Priscilla Moreno, 50 anni, -. “Mamma, mi dicono che sono gay, ma non è vero”, mi diceva e io ho provato a consolarlo, ma non è servito a nulla».Ogni suicidio, oltre che un profondo disagio, nasconde un mistero. Ma la madre di Matteo non ha dubbi sul motivo che martedì mattina ha spinto il suo secondo figlio a compiere quel gesto disperato. Un ragazzino mite, studioso, tanto brillante negli studi («era il primo della classe, tutti 8 e 9» commentano i suoi insegnanti), quanto timido e impacciato con i compagni. Tanto da preferire spesso l’amicizia delle ragazze, con una sensibilità più vicina alla sua. «I maschi a volte lo deridevano perché era bravo a scuola, perché era un secchione - ricorda G. - ma lui non mi ha mai confidato di essere stato preso in giro perché sospettato di essere omosessuale».Tutta la fragilità dell’adolescente esplode martedì mattina. Sono quasi le 9. In casa, oltre a lui, c’è il fratello maggiore, Marco, 17 anni che sta ancora dormendo. La mamma e il fratellino di 11 anni sono già fuori. Matteo entra nella camera da letto che condivide con i fratelli, e sulla scrivania - accanto a una parete completamente tappezzata dagli eroi della sua squadra del cuore, la Juve - lascia la lettera. Due foglietti scritti con una grafia ordinata e precisa. Poi, sempre in silenzio, va in cucina, apre la porta del balcone, avvicina una sedia alla ringhiera e si butta giù. Mentre cade urta lo stendino del piano di sotto e si ferisce al petto. Ma il colpo fatale è la caduta da un’altezza di circa 15 metri. Alcuni vicini sentono il tonfo, si affacciano e scoprono il corpo del ragazzino nel cortile. La corsa all’ospedale Cto si rivela inutile. Matteo non sopravvive, la madre ha un malore. Il padre:«Non riesco a capire perché Matteo si è buttato. A me non aveva mai raccontato di essere stato deriso come gay, ma con me non si apriva tanto. ».Eppure all’Istituto Sommeiller nessuno ha mai sospettato nulla. Né la preside né la psicologa né i docenti. (tratto da lastampa.it)
Come dimostrazione può bastare?
Pierluigi Corea
venerdì 16 maggio 2008
COMUNICATO STAMPA
L’Associazione Ossigeno Onlus ha chiesto di incontrare il Presidente della Regione Umbria, il Sindaco di Perugia, il Presidente del Consiglio Comunale, il Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Locale ASL n. 2 ed il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia per un confronto sui temi relativi all’applicazione e le problematiche attuative della Legge 194/78, e su quanto espresso nel documento presentato al Consiglio Comunale aperto del 26 Marzo 2008 in cui venivano evidenziati quelli che secondo noi erano e sono i problemi nell’applicazione della 194 e i possibili interventi necessari a garantirne una efficace e completa attuazione.
Lo scopo è quello di far fruttare quella che è stata un'occasione straordinaria di confronto fra i rappresentanti istituzionali, le donne, le associazioni. Ed evitare che, terminata la discussione, tutto ritorni nell’oblio.
Agli incontri L’Associazione Ossigeno Onlus Comitato dell’Umbria chiederà di vedere approvate le sue richieste articolate nei seguenti punti:
A) che la Regione in collaborazione con il Comune Capoluogo isttituisca un’osservatorio che svolga un azione di controllo e raccolta dati sulle attivita’ consultoriali e l’applicazione della l. n. 194/78 nel territorio. l’osservatorio dovrebbe essere composto in maniera paritetica da istituzioni, operatori sociali ed associazioni con gli specifici compiti di relazionare e proporre soluzioni ai problemi riscontrati entro 7 mesi dalla sua costituzione. esso dovra’ porre l’attenzione sui seguenti temi:
- riqualificazione dell’area materno infantile in relazione alla funzione sociale dei consultori familiari come prevista della legge n. 405 del 1975;
- la funzionalità sul territorio del numero di consultori previsto dalla legge n. 34/1996 : un consultorio ogni 20.000 abitanti;
- l'effettivo funzionamento dei servizi che il consultorio familiare deve mettere a disposizione delle famiglie (spazi per adolescenti, consulenze per la coppia e per la genitorialità responsabile) anche attraverso la richiesta di una specifica voce nel bilancio regionale;
- verifica della sussistenza di una stretta rete di collaborazione tra le sedi consultori ali ed i presidi ospedalieri;
- il monitoraggio dell’attivita’ di IVG presso le sedi ospedaliere e sul numero degli obiettori di coscienza al fine di assicurare alle donne la possibilità di accedere in tempi brevi all’IVG attraverso un organico di medici non obiettori adeguato alle necessità territoriali;
- controllo sulla dichiarazione di obiezione di coscienza da parte dei medici e sulle attivita’ effettivamente svolte dagli stessi;
- verificare il quadro delle misure organizzative e tecniche adottate presso il polo unico ospedaliero silvestrini per assicurare la tutela della privacy delle donne;
- individuare l’adeguamento del rapporto tra le esigenze territoriali ed il funzionamento dei servizi consultoriali a tempo pieno e lo stanziamento di fondi volti alla realizzazione di tali servizi;
B) che si affermi la necessita’ del requisito della laicita’ dei consultori come elemento fondante a tutela della libera scelta delle donne.
C) che le istituzioni e gli enti preposti si adoperino al fine di facilitare alle donne l’accesso agli anticoncezionali di emergenza.
D) che nella Regione Umbria sia definito un capitolo di spesa per il funzionamento e l’attività dei consultori con fondi adeguati alle reali funzioni socio-sanitarie di queste strutture.
Avv. Elena Bistocchi
martedì 29 aprile 2008
LA VISITA DI CARME CHACON IN AFGHANISTAN
Recentemente la neo ministra della difesa, Carmen Chacon, al settimo mese di gravidanza, si è recata in visita alle truppe spagnole di Herat in Afghanistan.
Non dovrebbe risultare così strana la notizia, che il leader spagnolo abbia affidato ad una donna un incarico di così grande responsabilità, ma non si può fare a meno di entusiasmarsi data la carenza di esempi simili. Una donna, gravida di sette mesi, ministro alla difesa che passa in rassegna le truppe spagnole, questo è un messaggio positivo e di modernità per il quale Zapatero fa bene a ritenersi orgoglioso, avendo, così, contribuito al processo di libertà e di emancipazione che le donne si stanno conquistando con tanta fatica.
In Italia l'evento ha suscitato attenzione, ma più come un semplice fatto di folclore piuttosto che come opportunità per discutere sulla novità culturale che esso comporta. Come se avere una donna ministro della difesa e incinta sia, dalle nostre parti, un evento scontato.
Il viaggio in Afghanistan della Chacon, in realtà, delle reazioni le ha provocate. In proposito c’è chi ha scritto che la visita è stata una “provocazione inutile”. Non sono mancate critiche anche delle solite donne cultrici della differenza.
Si accusa la giovane ministra di voler essere (sic!) uguale agli uomini! La Chacon, in realtà, non ha la pretesa di essere uguale agli uomini. Quando l'abbiamo vista passare in rassegna l'esercito schierato, ci siamo rese conto che in realtà esibiva tutta la sua unica e vera diversità, il suo pancione,lo ha offerto con naturalezza, sbattendolo in faccia ai falsi/e guru della modernità, che una donna possa essere incinta e al tempo stesso autorevole ministro della difesa. Finalmente dalla Spagna arriva un solo ed inequivocabile messaggio: le donne hanno gli stessi diritti e le stesse opportunità degli uomini, anche se sono in stato interessante: gli uomini devono convincersi che le donne sono uguali a loro. Per la verità in Italia se ne dovrebbero convincere anche le donne!
La gravidanza non è una malattia e la maternità è un valore sociale, non può essere quindi il limite alla libertà di scelta delle donne o elemento della loro discriminazione nel mondo del lavoro e nella società. La tutela della maternità deve essere garantita con leggi specifiche che dovrebbero dare libertà alle donne di scegliere come utilizzarle.
Il percorso iniziato in Spagna, dove i valori della democrazia e del socialismo non sono morti, dovrebbe essere quello di chi in Italia non si arrende all’ideologia che ripropone una società dove le donne devono avere meno diritti in quanto diverse dagli uomini. E’ urgente scrollarsi di dosso la tendenza, che prevale ormai da troppi anni, di nascondersi dietro quell’idea fantasiosa della “naturale bontà” della donna, che per natura dovrebbe essere disposta alla cura e all'amore per il prossimo, alla maternità e alla famiglia: fragile e bisognosa di essere tutelata in ogni momento della propria vita.
Purtroppo in Italia le donne sono ancora costrette a scegliere tra mettere al mondo dei figli o lavorare e fare, eventualmente, anche carriera; la Chacon, ci ha dimostrato che si possono fare benissimo entrambe le cose! Questo non significa che tutte siano obbligate a fare politica o ad intraprendere chissà quale prestigiosa carriera, significa, semplicemente, creare le condizioni perché ognuna possa decidere come vivere al meglio la propria vita .
Alessandra Angiolini
venerdì 18 aprile 2008
domenica 13 aprile 2008
AVVISO: IL NUMERO DI EMERGENZA E' ATTUALMENTE IMPOSSIBILE DA CONTATTARE PER PROBLEMI CON TIM ITALIA S.P.A., APPENA POSSIBILE VERRA' SOSTITUITO.
PER OGNI COMUNICAZIONE PER IL CENTRO ANTI VIOLENZA RIVOLGERSI ALLA SEDE DEL COMITATO!!
SIAMO SPIACENTI PER IL DISSERVIZIO, MA NON DIPENDE DA NOI, MA DA TIM ITALIA S.P.A. CHE IN DATA 10/04/2008 HA SOSPESO LA TIM CARD ARBITRARIAMENTE ADDUCENDO CHE LA STESSA FOSSE SCADUTA IN QUANTO ACQUISTATA NEL MESE DI MARZO 2007 QUANDO INVECE E' STATA COMPRATA DALL'ASSOCIAZIONE IL 27/11/2007.
AL PIU' PRESTO PROVVEDEREMO ALLA RIATTIVAZIONE DI UN NUMERO DI EMERGENZA.
giovedì 10 aprile 2008
ANCORA UNA VITTIMA NEL TERRITORIO UMBRO
Questa la cronaca di quello che sembra essere, per il momento, un altro caso di violenza domestica nella nostra regione:
Pietrini, camionista in pensione di 58 anni, è stato fermato dai militari con l'accusa di avere ucciso volontariamente la donna, una sarta cinquantatreenne. L'indagine coordinata dal sostituto procuratore di Perugia Sergio Sottani è ancora in corso ma i contorni della vicenda sembrano già chiari. L'ipotesi più accreditata è che si sia trattato di un omicidio seguito da un tentativo di suicidio. La coppia era divorziata da anni ma la donna continuava ad aiutare l'ex marito nei lavori domestici. In passato tra i due c'erano stati diversi litigi e gli inquirenti stanno accertando se siano state presentate anche delle denunce. L' 8 aprile la Radicchia si era comunque recata all'abitazione dell'ex marito, in località Montespinoso di Valfabbrica, per portargli la cena, come già fatto in passato. Cosa sia successo é ancora al vaglio dei carabinieri, ma l'ipotesi è che tra i due ci sia stata l'ennesima lite. Probabilmente la donna ha cercato di difendersi. Sicuramente è stata colpita al collo con un oggetto metallico appuntito. Il medico legale non è riuscito a recuperarlo nel corso del primo sopralluogo. Di cosa si tratti esattamente si saprà domani dopo l'autopsia. Gli inquirenti ritengono comunque che si tratti di un punteruolo la cui punta ha forse reciso la carotide provocando una forte emorragia. L'allarme è stato dato stamani poco dopo le otto da uno dei due figli della coppia che abita nei pressi dell'abitazione del padre (una figlia vive invece all'isola D'Elba). Si è insospettito dopo avere visto l'auto della madre ancora parcheggiata di fronte al casolare di Pietrini. Ha avvertito puzza di gas ed è entrato in casa trovano la madre, morta in soggiorno. Anche le sue colleghe della cooperativa dove lavorava si erano allarmate per non averla vista arrivare al posto di lavoro come faceva solitamente. Al casolare sono subito intervenuti i carabinieri e i vigili del fuoco. I rubinetti del gpl e quello di una bombola in cucina erano infatti aperti e il locale ormai saturo di gas. Pietrini è stato trovato in bagno e per entrare i soccorritori hanno dovuto sfondare la porta. Era sdraiato nella vasca privo di sensi, con accanto una bombola di gas ormai vuota e in mano un accendino che non è riuscito ad azionare. Soccorso e trasportato in ospedale dove gli è stata riscontrata una intossicazione provocata dal gas. Le sue condizioni non sono gravi e a breve sarà trasferito in carcere. Il magistrato non é riuscito ancora a sentirlo. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire in particolare i tempi della tragedia. Dai primi accertamenti è emerso che la Radicchia è stata uccisa sette-otto ore prima che il suo corpo fosse trovato. Sarebbe stata quindi uccisa nella tarda serata del 8 aprile o nelle prime ore del giorno successivo.
venerdì 4 aprile 2008
IMPEGNO CONTRO LA VIOLENZA DOMESTICA: IL COMITATO UMBRO DI OSSIGENO SU "LA RINASCITA"
sabato 29 marzo 2008
Rinviato a Giudizio Roberto Spaccino
Roberto Spaccino è stato rinviato a giudizio per l'omicidio della moglie, Barbara Cicioni, uccisa il 24 maggio scorso nella villetta dove i coniugi vivevano, a Compignano, in provincia di Perugia. La decisione del G.u.p., Paolo Micheli è arrivata dopo oltre tre ore di Camera di Consiglio ed ha accolto tutti i capi d'accusa pendenti sull'imputato (Omicidio Aggravato; maltrattamenti nei confronti della moglie; maltrattamenti dei propri figli minori con violenza psicologica; simulazione di reato; procurato aborto) tranne il reato di calunnia. Presenti in aula tutte le parti civili tra cui i genitori della vittima, Paolo Cicioni e Simonetta Pangallo. A rappresentare l'Associazione Ossigeno in aula l'Avv. Elena Bistocchi e il Dott. Pierluigi Corea. L'apertura del dibattimento e' stata fissata per il 19 giugno prossimo.
Dott. Pierluigi Corea
venerdì 21 marzo 2008
CONSIGLIO COMUNALE APERTO SULLA LEGGE N. 194/1978
Il 26 Marzo 2008, a Perugia, si terrà il Consiglio Camunale aperto sulla legge 194/78 e la sua applicazione nel territorio. Una legge importante come la 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza non può essere messa in discussione, essa costituisce una pietra miliare nel percorso di affermazione dei diritti e autodeterminazione delle donne e non possono essere accettati tentativi di ingerenza da parte di nessuno.
Queste in sintesi le richieste che presenteremo al Consiglio Comunale di Perugia:
1) Valorizzazione del ruolo socio-sanitario dei consultori familiari
2) Nessuna ingerenza sulla libertà di scelta della donna
3) Un’osservatorio organizzato dalla Presidenza del Consiglio Comunale che preveda la partecipazione paritaria di istituzioni ed associazioni sulle attività dei consultori.
4) La valorizzazione dell’operato dei medici non obiettori all’interno dell’Azienda Sanitaria.
5) L’obbligo per l’Azienda Sanitaria Locale di garantire il servizio di I.V.G. attraverso personale qualificato e numericamente adeguato alle necessità regionali.
6) Istituzione di una voce di Bilancio specifica per i Consultori.
7) Riconoscimento e tutela del diritto alla privacy della donna che intende procedere all’I.V.G.
Vista la rilevanza del tema in discussione e le possibili ripercussioni sull’autodeterminazione della donna l’Associazione Ossigeno Onlus invita ad una partecipazione attiva e numerosa per difendere i principi cardine della 194 e per la sua reale attuazione.
martedì 18 marzo 2008
OSSIGENO SI COSTITUISCE PARTE CIVILE NEL PROCEDIMENTO PENALE PER L'OMICIDIO DI BARBARA CICIONI
Oggi, 18 marzo 2008, davanti al G.I.P. Dott. Micheli, si è tenuta a Perugia l'Udienza Preliminare del procedimento penale a carico di Roberto Spaccino per l'omicidio della moglie Barbara Cicioni. Secondo il quadro accusatorio delineato dal PM Dott.ssa Antonella Duchini e supportato dai riscontri investigativi ad aver procurato la morte della donna all'ottavo mese di gravidanza, spinto da futili motivi, fu il marito. Si prospetta, così, un contesto di violenza e maltrattamenti familiari perpetrati nei confronti della vittima durante la vita matrimoniale e sfociati nell'ultimo terribile atto: l'omicidio.
L'associazione Ossigeno Onlus, nella persona della sua Presidentessa e legale rappresentante On. Katia Bellillo, si è costituita parte civile, assistita dall'Avv. Rossano Monacelli socio e stretto collaboratore del Comitato dell'Umbria che era rappresentato in sede di udienza dall'Avv. Elena Bistocchi e dal Dott. Pierluigi Corea.
All'Udienza il G.I.P. ha ammesso come parti civili oltre alla nostra associazione ed ai familiari della vittima anche l'Associazione Giuristi Democratici, il Comitato Internazionale 8 Marzo, Telefono Rosa e Differenza Donna. Si è vissuto così un passo importante verso il riconoscimento del diritto alla tutela delle donne ed alla lotta contro la cultura maschilista e patriarcale che caratterizza la nostra società e che è causa dei maltrattamenti familiari a danno di donne e minori. Elemento fondante dell'ammissione alla costituzione di parte civile di Ossigeno è stato il suo radicamento sul territorio Umbro conseguente all'incessante e costante attività svolta con opere di sensibilizzazione, campagne anti-violenza e la creazione del Centro Antiviolenza attualmente operante sul territorio regionale.
All'attività svolta dalle Associazioni viene così dato un importante riconoscimento e la lotta contro violenza di genere fa un grande passo in avanti.
Si riportano di seguito le notizie ANSA della giornata:
DONNA INCINTA UCCISA: GIP DECIDE SU PARTI CIVILI
(ANSA) - PERUGIA, 18 MAR - Si e' ritirato in camera di consiglio per decidere in merito alle richieste di costituzione di parte civile il Gip di Perugia Paolo Micheli, davanti al quale e' in corso l'udienza preliminare nei confronti di Roberto Spaccino accusato dell'omicidio della moglie.
In particolare hanno chiesto di poter partecipare al procedimento i genitori della vittima, rappresentati dagli avvocati Valeriano Tascini e Francesco Falcinelli, i figli della coppia, attraverso il loro tutore, uno zio e una zia della donna, con l'avvocato Francesco Gatti, e cinque associazioni impegnate per la tutela dei diritti delle donne. Per due di queste ultime i difensori di Spaccino, gli avvocati Michele Titoli e Luca Gentili, hanno avanzato opposizione.
Spaccino sta assistendo all'udienza accanto ai suoi legali. Piu' indietro i genitori di Barbara Cicioni.(ANSA).
DONNA INCINTA UCCISA:ASSOCIAZIONI,RICONOSCIUTI DIRITTI DONNE
(ANSA) - PERUGIA, 18 MAR - E' un ''riconoscimento molto importante'' per le associazioni che si occupano della tutela dalla ''violenza di genere'' l'ammissione di cinque di queste come parti civili nell'udienza preliminare a carico di Roberto Spaccino, accusato dell'omicidio della moglie, secondo Katia Bellillo, ex ministro e presidente della onlus Ossigeno.
Di ''decisione fondamentale'' per la tutela dei diritti femminili ha parlato anche l'avvocato Teresa Manente, legale dell'associazione Differenza donna.
Oggi alcune attiviste di Sommovimento e Rete donne hanno manifestato all'esterno del palazzo di giustizia di Perugia esponendo cartelli e lanciando slogan. ''L'assassino non bussa, ha le chiavi di casa'' c'era scritto su uno dei manifesti. ''Per ogni donna uccisa, violentata, offesa siamo tutte parte lesa'' recitava un altro. (ANSA).
SEB
18-MAR-08 16:03 NNNN
DONNA INCINTA UCCISA: ASSOCIAZIONI AMMESSE COME PARTI CIVILI
(ANSA) - PERUGIA, 18 MAR - Sono state ammesse come parti civili le cinque associazioni per la tutela dei diritti delle donne che si sono presentate stamani all'udienza preliminare a carico di Roberto Spaccino. Il procedimento e' stato ora sospeso e riprendera' nel pomeriggio. E' comunque probabile che la decisione del Gip sulla richiesta del Pm di processare Spaccino per l'omicidio della moglie venga rinviata.
In particolare oggi il Gip ha ammesso la costituzione del comitato Differenza Donna, di quello Internazionale 8 Marzo, delle associazioni Ossigeno, Giuristi Democratici e Telefono Donna. Ammesse inoltre come parti civili i genitori di Barbara Cicioni, i figli della coppia e due zii della donna.(ANSA).
sabato 8 marzo 2008
CENTRO ANTIVIOLENZA A PERUGIA
Il Centro Antiviolenza è attivo a Perugia presso la sede del Comitato dell'Umbria di Ossigeno. Con grande sforzo e solo grazie al volontariato dei membri del Comitato è stato possibile attivare il servizio che prevede, per il momento, accoglienza telefonica e consulenza legale alle vittime di violenza per cui si fornisce anche una presenza costante ed un'indirizzamento verso i servizi e gli enti attivi sul territorio e preposti alla cura ed all'intervento in casi di violenza.
In attesa di fondi che permettano anche l'apertura di una casa di accoglienza e la possibilità di fornire servizi ulteriori alle vittime di violenza i membri del Comitato dell'Umbria di Ossigeno con la loro opera di volontariato cercano di fornire tutta l'assistenza possibile alle vittime e di garantire loro una costante presenza al fine di facilitare il loro percorso.
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